Rate Imu: giugno dolce, dicembre salato. Prima casa al 5, seconda al 10

Pubblicato il 7 Marzo 2012 - 12:54 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sei proprietario di una casa? Già saprai quindi che entro il 16 giugno andrà pagata la prima rata dell’Imu, l’imposta municipale che ha sostituito la vecchia Ici. La buona notizia è che la prima rata sarà relativamente bassa, intorno al 4 per mille. La prima… La seconda rata, quella di dicembre, sarà molto più salata, nel frattempo i Comuni avranno stabilito quanto prendersi di “addizionale”. E tu proprietario pagherai a dicembre conguaglio e che conguaglio: diciamo in media un 50% in più di quanto avrai pagato a giugno.L’Imu nelle grandi città sarà particolarmente pesante, Comuni hanno “fame”. E già da Milano a Roma, da Firenze a Torino, si sente “rumor di mascelle”.

Sulla prima casa di proprietà i Comuni possono spaziare con le aliquote, tra il 4 e il 7 per mille. E potrebbero andar pesantissimo sulle seconde case, con qualche sostanziale distinguo tra seconde case sfitte e seconde case affittate, fono al 10,7 per mille. A Milano per esempio la convinzione è quella di lasciare per l’abitazione principale l’aliquota al 4 per mille, con tentazione del cinque. Per le case sfitte invece si parla di un 10,6 per mille. Per quelle affittate a canone concordato invece si parla di un 4,6 per mille, mentre quelle affittate a canone di mercato l’aliquota potrebbe essere del 9,6 per mille. Anche Firenze sarebbe orientata sull’aliquota al 4 per mille per le prime case. E poi 10,6 per mille per le case sfitte e 9,6 per tutte le altre abitazioni.

Ma ci sono i Comuni con i conti più in rosso. E’ il caso di Roma. Qui il Comune potrebbe decidere il 6 per mille per l’abitazione principale e il 9,6 (o 10,6) per tutto il resto. A Torino invece per la prima casa si pensa al 5 per mille e al 9,6 per mille per tutte le altre abitazioni.

I Comuni sono quindi in buona parte intenzionati a far cassa con l’Imu. Secondo quanto previsto dal decreto Salva-Italia lo Stato si prende il 50% del gettito derivante dalle abitazioni diverse dalla prima casa, ma le risorse che restano non bastano alle amministrazioni comunali. In questo modo “siamo costretti ad aumentare l’Imu, perché è l’unica leva che abbiamo”, ha detto il sindaco di Bologna in linea con molti altri suoi colleghi.