Inchiesta G8. Scarcerati Anemone e Della Giovampaola

Pubblicato il 9 Maggio 2010 - 12:48 OLTRE 6 MESI FA

Diego Anemone

E’ considerato dagli inquirenti una delle figure chiave, se non “la” figura chiave dell’inchiesta condotta dalla procura di Perugia sugli appalti per i cosiddetti Grandi eventi – dai mondiali di nuoto a Roma al G8 che si doveva tenera alla Maddalena, ma anche le celebrazioni per il 150/o anniversario dell’Unità d’Italia – l’imprenditore Diego Anemone tornato oggi in libertà.  Così come ha lasciato il carcere Mauro Della Giovampaola, uno dei funzionari pubblici che operavano all’interno della Struttura di missione relativa al vertice degli otto Grandi inizialmente programmato in Sardegna.

E’ infatti terminata la custodia cautelare in carcere disposta per il reato di concorso in corruzione dal gip del capoluogo umbro Paolo Micheli nei loro confronti e a carico dell’ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci e dell’ex sovrintendente alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis. Questi ultimi due sono però ancora detenuti perché per entrambi i pm di Firenze hanno ottenuto il processo con il rito immediato, per un’altra vicenda, l’appalto dei lavori per la scuola marescialli.

Proprio nel capoluogo toscano l’inchiesta era partita e il 10 febbraio del 2010 il gip fiorentino aveva disposto gli arresti dei quattro, la “cricca” secondo una delle definizioni emerse dalle carte. Un provvedimento adottato in via d’urgenza con il contestuale trasferimento del fascicolo a Perugia per il coinvolgimento dell’ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro (indagato per corruzione e favoreggiamento); tra gli indagati eccellenti anche il capo del Dipartimento della protezione civile, Guido Bertolaso.

Secondo la ricostruzione accusatoria Anemone, anche tramite persone e società a lui riferibili o collegate, diede quelle che negli atti giudiziari sono state definite “utilità” (l’uso di telefoni cellulari e di auto, arredi per la casa ma anche il pagamento di prestazioni sessuali) a diversi funzionari pubblici per compiere atti contrari ai loro doveri d’ufficio connessi all’affidamento e alla gestione degli appalti per i Grandi eventi. Una volta approdato il fascicolo a Perugia, i pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, insieme al procuratore Federico Centrone, hanno chiesto per Anemone, Balducci, De Santis e Della Giovampaola una nuova misura cautelare per corruzione.

 Provvedimento disposto dal gip il 27 febbraio scorso per la durata di tre mesi e la cui efficacia è terminata oggi. L’inchiesta perugina è però in pieno svolgimento. Martedì approderà davanti al tribunale del riesame l’appello dei pm contro la decisione del gip di non concedere gli arresti dell’architetto Angelo Zampolini, del commercialista Stefano Gazzani e dell’ex commissario dei mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi. Il giorno successivo il gip esaminerà la richiesta della procura di commissariare le aziende del gruppo Anemone.

 Venerdì sarà quindi sentito come persona informata dei fatti l’ex ministro Claudio Scajola, coinvolto nell’indagine per l’acquisto di un’abitazione anche con assegni circolari dell’architetto Zampolini, che gli inquirenti sospettano siano riconducibili ad Anemone.