Isis, attentati in Italia: città e obiettivi più a rischio

di Corinna Campanile
Pubblicato il 24 Marzo 2016 - 16:02| Aggiornato il 15 Marzo 2017 OLTRE 6 MESI FA
Isis, attentati in Italia: città e obiettivi più a rischio

Isis, attentati in Italia: città e obiettivi più a rischio

MILANO – Isis, attentati in Italia: ecco le città più a rischio. Roma e Milano, soprattutto, ma anche le altre città d’arte come Torino, Firenze e Venezia. E la linea ferroviaria ad Alta Velocità. I treni, infatti, così come gli aeroporti e le metropolitane, sono tra gli obiettivi sensibili. In altre parole, come ha detto un “alto dirigente del Viminale” a Repubblica, “il problema non è capire se in Italia ci sarà un attentato. Il problema è capire quando ci sarà”.

Se Roma resta al centro delle preoccupazioni per ovvi motivi (con i palazzi istituzionali, il Vaticano e per di più il Giubileo), anche Milano desta non poche preoccupazioni, come spiega Alessandra Parla sul quotidiano Libero:

«Questo è un momento di massima allerta non solo per le metropolitane, ma per ogni forma di trasporto», ha dichiarato al comitato per l’ ordine pubblico il prefetto di Milano, Alessandro Marangoni, dopo il doppio attentato di Bruxelles. Treni, metrò, bus, aerei, sale la tensione per Pasqua. Sebbene «non ci siano segnali che indichino Milano come obiettivo imminente», è evidente che la città si ritrovi in una situazione di emergenza in cui i presidi dell’ Esercito sarebbero assolutamente necessari”.

Il quotidiano romano il Messaggero parla di diverse segnalazioni arrivate all’Italia da Paesi amici, che riguarderebbero principalmente le città d’arte, in particolare Roma e Milano, e i treni ad Alta Velocità.

“Il testo elaborato dall’Aisi e dal Dis punta i riflettori non solo sulla capitale ma sulla principale città del nord Italia, la più vicina alle comunità islamiche storiche e radicate, diventata per questo un obiettivo. Che gli assassini di Daesh avessero intenzione di colpire ancora in Europa era un dato accertato. Lo stesso Salah Abedelslam, appena arrestato,aveva dichiarato di «sapere» di «altri attentati in preparazione in Europa». Di un possibile coinvolgimento dell’Italia, poi, gli assassini del Califfo hanno riempito video e messaggi web. Ora, però – è la riflessione dei nostri 007 – più che dei foreign fighter di ritorno, la preoccupazione potrebbe riguardare la presenza di cellule organizzate. Non più combattenti andati in Siria ad addestrarsi per la guerra santa, ma strutture che potrebbero aver trovato una base logistica nei paesi del Nordest o anche in Campania, persone che vivono in Italia da decenni e che qui, come è accaduto nel nord Europa, hanno maturato la volontà di agire per diffondere il califfato”.

Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera riferisce invece degli aumentati controlli sui mezzi di trasporto e nei luoghi come stazioni e aeroporti:

“Il dispositivo di sicurezza è stato rafforzato, nuove misure sono scattate. In particolare sono stati aumentati i controlli nelle aree di ingresso delle stazioni e degli aeroporti. Vuol dire che i «filtri» non coinvolgono soltanto chi si mette in viaggio e supera le barriere: gli accertamenti affidati alle forze dell’ordine e ai soldati devono riguardare tutti coloro che entrano negli scali – non escludendo la possibilità di utilizzare metal detector e cani antiesplosivo proprio perché sono quelle le aree ritenute ormai maggiormente a rischio.

Provvedimenti urgenti saranno presi anche nei confronti di quegli stranieri che, pur non avendo compiuto reati, hanno dimostrato di essere inseriti nella «rete» fondamentalista e soprattutto di voler fare azioni di proselitismo. Espulsioni, annuncia Alfano, sulla scia delle 74 già eseguite negli ultimi quindici mesi, che si sommano ai «396 arresti e alle 653 denunce effettuate a partire da gennaio 2015».