Italia importa pesce, quello dei nostri mari ce lo siamo già mangiato tutto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2015 - 07:32 OLTRE 6 MESI FA
Italia importa pesce, quello dei nostri mari ce lo siamo già mangiato tutto

Italia importa pesce, quello dei nostri mari ce lo siamo già mangiato tutto (foto Ansa)

ROMA – L’Italia costretta a importare pesce: infatti i nostri mari hanno finito questo genere animale, dunque l’Italia dovrà dipendere dalle importazioni dall’estero. In sostanza, abbiamo già mangiato tutto il pesce che il nostro mare riesce a produrre. A dirlo è l’associazione MedReAct riferendosi al nuovo rapporto della New Economics Fundation (Nef), secondo cui abbiamo pescato troppo e impoverito i nostri mari.

Per l’Ue nel suo insieme, la data da cui inizia a dipendere dalle importazioni per rifornire di pesce il proprio mercato è ormai il 5 luglio. Significa che quasi la metà del pesce consumato nell’Unione europea proviene da acque non Ue. Le nostre scorte di pesce locale terminano sempre prima obbligando l’Europa ad importare da altri Paesi, ogni anno con sempre maggior anticipo.

“Nonostante l’Italia rappresenti la più grande flotta peschereccia del Mediterraneo e una delle più importanti a livello europeo, oltre il 60% del pesce che arriva sulle nostre tavole viene importato dall’estero – afferma Domitilla Senni, rappresentante dell’associazione MedReAct – La pesca eccessiva sta svuotando i nostri mari e anziché correre ai ripari, cominciamo a mangiarci anche le risorse ittiche di altri Paesi”.

Il rapporto evidenzia quanto la domanda di pesce in un generale contesto di sovrasfruttamento delle risorse ittiche non sia sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico e sociale, afferma MedReAct rilevando che al contrario, se le risorse fossero gestite in modo sostenibile e responsabile, le acque europee – potenzialmente molto produttive – potrebbero garantire l’approvvigionamento di pesce nel lungo periodo e conseguentemente produrre benefici occupazionali, economici e sociali.

“I segni di ripresa sono pochi e aree di pesca un tempo produttive oggi sono al collasso: nel Mediterraneo oltre il 90% delle risorse ittiche valutate risulta sovrasfruttato: l’unica via d’uscita da una situazione così drammatica è ridurre lo sforzo di pesca, introdurre zone di ripopolamento per garantire il recupero degli stock ittici in declino ed eliminare attrezzi da pesca non selettivi come le ferrettare” conclude Domitilla Senni.