L’Italia non più prima tra i maggiori consumatori di vino

Pubblicato il 8 Maggio 2016 - 19:28 OLTRE 6 MESI FA
Vini italiani

Vini italiani

ROMA – Per la prima volta nel 2015 l’Italia è stata raggiunta dalla Germania, con un consumo complessivo pari a 20,5 milioni di ettolitri. Ad aggiudicarsi il primo posto sono gli Stati Uniti (30,1), seguiti dalla Francia (27,2).

Sempre nel 2015 i consumi mondiali sono rimasti invariati, con 240 milioni di ettolitri, contro i 239 del 2014. Sulla classifica dei maggiori consumatori di vino si sono fatti sentire, secondo la Coldiretti, l’aumento dell’1% dei consumi negli Stati Uniti e la contemporanea riduzione dell’1,2% dei consumi in Francia.

Nello stesso periodo i Italia i consumi hanno registrato un aumento molto debole, di appena lo 0,3%, contro quello decisamente più consistente della Germania (+1,1%). Queste cifre sarebbero la conseguenza di quella che la Confederazione Nazionale dei Coltivatori Diretti definisce “una vera rivoluzione del mondo del vino”, avvenuta a partire dagli italiani, che negli ultimi dieci anni avrebbero detto addio a quasi un bicchiere di vino su quattro. “Il risultato – rileva l’associazione – è che la quantità di vino Made in Italy consumato in Italia è risultata addirittura inferiore di quella bevuta fuori dei confini nazionali”.

Negli Usa invece si beve sempre più volentieri e tra i vini italiani più apprezzati, secondo la Coldiretti, ci sono Chianti, Brunello di Montalcino, Pinot Grigio, Barolo e Prosecco. Quest’ultimo è molto gradito anche in Germania, con Amarone della Valpolicella e Collio. Piace molto all’estero anche lo spumante, che nel 2015 ha visto un aumento delle esportazioni del 17%, pari a 985 milioni di euro.

A importarne di più è la Gran Bretagna (circa 250 milioni di euro nel 2015, con un aumento del 44%), seguita da Usa (circa 200 milioni, più 26%). Meno bene la Russia, con una riduzione del 31%. Una situazione che complessivamente, conclude la Coldiretti, ha spinto il fatturato del vino e degli spumanti a toccare il valore record di 9,7 miliardi nel 2015, con una crescita del 3%.