Jihad, le donne del ceceno in Italia: mogli martiri per il paradiso

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2017 - 07:16 OLTRE 6 MESI FA
Jihad, le donne del ceceno in Italia: mogli martiri per il paradiso

Jihad, le donne del ceceno in Italia: mogli martiri per il paradiso

BARI – La figura di due donne, potenziali kamikaze, emerge sullo sfondo dell’inchiesta dell’Antimafia barese che ha portato in carcere il 38enne ceceno Eli Bombataliev, accusato di terrorismo internazionale. Della prima moglie, verosimilmente sua connazionale, che lui stesso definisce “già pronta” al martirio, non si sa nulla ma sono in corso indagini per identificarla e rintracciarla. La seconda, invece, la 49enne russa Marina Kachmazova, è la protagonista degli atti giudiziari in possesso della magistratura barese. È con lei che il sospetto jihadista intrattiene le conversazioni più delicate e significative.

La donna, irregolare sul territorio italiano, viveva a Napoli e ora è stata espulsa. Lui, invece, risiedeva a Foggia e la loro relazione a distanza era fatta prevalentemente di lunghe telefonate. I due si erano conosciuti un paio di anni fa ma è dal marzo scorso che la loro frequentazione era diventata più assidua e intensa e il 38enne aveva iniziato ad indottrinare la sua futura moglie (si sarebbero sposati con rito islamico alcune settimane fa) con l’obiettivo di convincerla a diventare una ‘shahidka’, che in lingua cecena significa donna kamikaze con cintura esplosiva.

Lei lo amava al punto che si era convertita all’Islam accettando, non senza reticenze, di seguirlo nella crociata-jihad. Sarebbe arrivata a dirgli “visto che hai un’altra moglie, che si sacrifichi prima”. Quando parlavano al telefono lei insisteva sul desiderio di una vita familiare insieme, promettendogli di cucinare per lui “pasta ripiena” e di renderlo felice, senza bisogno di partire e andare a morire. Lui, però, le spiegava che “oggi che ci sto, sono con te, ma se domani mi devono chiamare per offrire me stesso lo devo fare per forza, dopodiché non ci sarò più” e continuava “se io ho preso questo cammino lo devo fare, quando mi convocheranno per andare io non starò a pensare tutte queste cose perché il Corano ci impedisce di farci distrarre dai figli, dai familiari e dall’umanità”.

In un’altra conversazione le aveva esplicitato la sua idea di moglie: “si accontenta di tutto, a prescinderne dal fatto se ho portato da mangiare o meno, cioè cerca di rendersi utile per lui, questo è un sostegno. Così lei in automatico si è guadagnata il Paradiso”. Ma questo ancora non bastava. “Mi hai preso come seconda moglie – gli diceva lei – ma nell’aldilà voglio essere la prima“. Il ceceno replicava che “per essere prima, devi impegnarti molto, non solo a parole ma anche nei fatti, così Allah ti dà la chance” ed è per questo che quando lei gli aveva detto che si era convertita soltanto da alcuni anni, troppo pochi per diventare una jihadista, lui le aveva spiegato che “non c’è più tempo…è il momento di Jihad…e per questo dico io combatti per Allah e basta”.