Klevis morto sotto il treno. La sfida con gli amici sui binari…

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Giugno 2016 - 16:41 OLTRE 6 MESI FA
Klevis morto sotto il treno. La sfida con gli amici sui binari...

Klevis morto sotto il treno. La sfida con gli amici sui binari…

BRESCIA – “Vediamo chi resiste di più sui binari”. Stava giocando Klevis Seferaj, il quindicenne di origini albanesi morto sotto un treno a Calcinato, in provincia di Brescia. Ma non a pallone come si era in un primo momento appreso. L’ipotesi, al vaglio degli investigatori, è che il ragazzino stesse sfidando la morte con gli amici. E non era la prima volta: un gioco scellerato in cui facevano a gara a chi aveva più coraggio a spostarsi per ultimo all’arrivo del treno.

Ma Klevis, che abitava a pochi passi da quella maledetta stazione, ha calcolato male i suoi tempi e non è riuscito a schivare il convoglio. Il treno lo ha travolto a una velocità di almeno 130 chilometri orari sotto gli occhi terrorizzati degli amici. Secondo la ricostruzione riportata dal Corriere della Sera il convoglio lo avrebbe urtato sul fianco, visto che nemmeno il capotreno si è inizialmente accorto di quanto successo.

Il Corriere racconta gli strazianti momenti successivi:

Sotto choc gli amici, che corrono dal padre di Klevis – «Correte, aiuto, vi prego» – il primo a trovarlo. Ad abbracciarlo. «Era solo un gioco innocuo, non pensavamo, non volevamo…» ha detto chi è riuscito a parlare con gli investigatori. Distrutti i genitori di Klevis, che per primi si rendono conto di cosa sia successo sui binari. Straziante il grido della madre, che sui binari accusa un malore e si accascia a terra. «Quella di Klevis è una famiglia integrata, i genitori lavorano qui da anni e sono sempre stati molto attenti anche all’educazione e al rendimento scolastico dei figli». Ancora non si capacita il sindaco di Calcinato, Marika Levati, che mercoledì mattina si è precipitata dai Seferaj per portare loro «la solidarietà di tutto il paese, stretto attorno a loro». «Rispettiamo il dolore della famiglia, e preferiamo restare come loro in silenzio. Davvero, non ho nulla da dire», aggiunge il parroco, don Michele Tognazzi, che Klevis lo vedeva in oratorio. Prima che un’afosa sera di giugno gli strappasse la vita dalle mani, forse per uno stupido gioco