Legge del taglione, eccola dal dottore: “Tu non vuoi negri, io non curo razzisti”

di Lucio Fero
Pubblicato il 11 Maggio 2017 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA
Legge del taglione, eccola dal dottore: "Tu non vuoi negri, io non curo razzisti"

Legge del taglione, eccola dal dottore: “Tu non vuoi negri, io non curo razzisti”

ROMA – Legge del taglione dalla parti di Cuneo, frazione Roata Canale e Spinetta per l’esattezza. Legge del taglione applicata nei confronti di una platea che chissà quante volte l’avrà invocata la legge del taglione. Perché piace, eccome se piace la legge del taglione. Magari a chiacchiere, ma dente per dente, occhio per occhio è un must nei pentolini e calderoni di rancore, astio e paura che bollono al bar o in televisione. Ai bravi cittadini, alla cosiddetta gente comune la legge del taglione piace. Soprattutto a quella non poca comunissima gente cui non piacciono per niente gli estranei, gli stranieri, i “negri”.

E la legge del taglione eccola, applicata a loro stessi, mai come questa volta appropriata la formula che dice sulla loro pelle. Corrado Lauro di professione medico l’ha applicata la legge del taglione ai suoi compaesani ma non tanto concittadini, o almeno non cittadini allo stesso modo si intendono il medico e i suoi potenziali pazienti. Lauro, dopo aver preso atto del cartello affisso che esprimeva la pacata posizione della comunità (“Questo non è un consiglio, è una minaccia: noi i negri non li vogliamo”) ne ha appeso uno di suo di cartello, via Facebook, dove avverte: “Non vi curo più, venite da me solo in caso di pericolo di vita, altrimenti andate da altro professionista”. Tradotto, ma non c’è bisogno di tradurre: “Voi non volete negri, io non curo razzisti”, la legge del taglione appunto.

Non è solo uno scambio di opinione, un cartello, cartelli messi in piazza e affissi al muro da mano esaltata. C’ è scritto “minaccia e non consiglio” e più o meno la stessa posizione era stata espressa dalla comunità locale quando era arrivato un prete, e neanche un prete senza arte né parte ma un vero prelato, a spiegare a questi uomini e donne timorati di dio e certamente buoni cristiani che insomma ospitare in borgo o frazione dei “negri” era opera buona e non faceva venire la peste.

Al prelato la comunità ha riservato il caldo consiglio “i negri non li vogliamo” e il prelato l’hanno rispedito a casa con in tasca il consiglio. Gli hanno risparmiato la “minaccia” al prelato. Ma era sottointesa e comunque riservata a chi insiste e fa obiezioni al “mai negri”. Uno di questi deve essere stato il dottor Corrado Lauro che d’ora in poi non avrà vita facile come “amico dei negri”. Lui, il dottore, ha voluto toccare una nota un po’ alta, forse troppo, scrivendo “comincia così la mia resistenza”. Allusione, riferimento forse troppo epico alla Resistenza. Però fargliela provare la legge del taglione a questi guardiani della razza e del territorio puri e incontaminati è…una botta di ingegno e di orgoglio.