L’Espresso: “Aggressione neofascista contro i nostri giornalisti alla commemorazione di Acca Larentia”

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Gennaio 2019 - 19:23| Aggiornato il 13 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Violenza neofascista” contro i giornalisti de L’Espresso: “nel giorno in cui i militanti nostalgici del Duce ricordano i morti di Acca Larentia, il nostro collega, Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti, sono stati violentemente aggrediti al cimitero del Verano”. E’ quanto denuncia il settimanale, con un articolo firmato da Giovanni Tizian. 

Tra gli assalitori, riferisce Tizian, “anche il capo romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino, che nonostante sia sottoposto al regime di sorveglianza speciale si trovava sul luogo infrangendo il divieto imposto”.

I cronisti de L’Espresso erano sul posto per documentare la manifestazione organizzata da Avanguardia nazionale per ricordare i militanti del fronte della gioventù Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, del Movimento sociale italiano, uccisi davanti alla sede Acca Larentia, a Roma, il 7 gennaio 1978. 

“Alcuni esponenti dell’estrema destra – si legge nell’articolo – si sono avvicinati a Marchetti. Con spinte e pesanti minacce gli hanno intimato di consegnargli la scheda di memoria della macchina fotografica. L’hanno ottenuta ma non contenti, gli hanno chiesto il documento per identificarlo, senza che le forze dell’ordine intervenissero”, e “al grido ‘L’Espresso è peggio delle guardie’, un altro gruppo ha accerchiato il nostro giornalista Federico Marconi. Tra questi il capo di Forza Nuova Roma, Giuliano Castellino, incredibilmente libero di muoversi come se nulla fosse nonostante sia sorvegliato speciale”.

Prosegue L’Espresso: “Castellino si è avvicinato al nostro cronista e lo ha preso per il collo. Altri lo hanno spintonato, tirandogli anche un calcio sulle gambe e una serie di schiaffi. E ancora il capo di Forza Nuova insieme a uno vecchio militante di Avanguardia Nazionale ha preso al giornalista il cellulare e il portafoglio per identificarlo. Dal telefono hanno cancellato foto e video della giornata. Effetti personali che non gli hanno restituito fino a quando non è intervenuta la Digos che seguiva a distanza l’aggressione”. 

La redazione de L’Espresso, conclude l’articolo, “non si lascerà certo intimidire da queste azioni fasciste, vili e vergognose. (…) E ora come giornalisti e come cittadini ci aspettiamo una dura reazione del Viminale”.

In serata è arrivata la risposta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Chi mena le mani deve andare in galera”. Il ministro ha poi sottolineato che ora bisognerà capire perché uno degli aggressori era libero nonostante fosse sottoposto al regime di sorveglianza speciale.