Lipari, chiude ai turisti la spiaggia bianca di pietra pomice

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Agosto 2019 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA
La spiaggia bianca di Lipari (Foto Ansa)

La spiaggia bianca di Lipari (Foto Ansa)

LIPARI (MESSINA) – Anche l’ultimo lembo di spiaggia bianca di pietra pomice a Lipari (Messina), sulle isole Eolie, chiude a turisti e isolani. Colpa del dissesto idrogeologico nell’area di Porticello. Nell’area demaniale prospiciente il pontile ex Pumex sono ora interdetti “la sosta ed il transito di persone ed autoveicoli ed ogni altra attività incompatibile con lo stato del dissesto accertato o esistente”.

Quella che era una spiaggia bianca di pomice si era sempre più assottigliata da anni dopo che per la solita querelle locale a colpi di denunce era stato vietato di depositare i resti della lavorazione della pietra lungo la montagnola che veniva alimentata con un manto soffice che arrivava fino al mare. Poi arrivò la mazzata finale con la chiusura della società Pumex che lavorava la pietra vulcanica esportata in tutto il mondo. Il motivo dello stop? Perché le Eolie sono divenute Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e non si poteva continuare a tagliare a fette la montagna.

Il luogo aveva avuto la sua consacrazione con alcune scene del film Kaos dei fratelli Paolo e Francesco Taviani. “Era un incanto: i turisti potevano rotolarsi dalla montagna fino al mare”, racconta un isolano. Arrivando in barca la visione era suggestiva.

Il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, è fiducioso: “Tra i nostri progetti vi è il recupero della spiaggia di pomice. Abbiamo avviato l’iter per riqualificare l’area di Porticello”. Ma da quando è stata chiusa l’ex azienda estrattiva di Enzo D’Ambra tutta la montagna è diventata a rischio. Le piogge torrenziali invernali hanno letteralmente sventrato in più punti tutta la zona. Anche la sottostante strada provinciale dal lato mare è stata interdetta al transito di auto, camion, bus e scooter.

Giorgianni ne ha chiesto la messa in sicurezza, anche facendo elaborare progetti che prevedono un museo della pomice, un parco geo minerario, un campus universitario, ma anche la trasformazione dei vecchi ruderi in strutture turistiche alberghiere. E’ stato anche presentato uno studio per collocare un pontile galleggiante che però è contestato da tutte le parti per i rischi ambientali. E ora il colpo finale, con la chiusura. (Fonte: Ansa)