Lucca, gli tolgono il rene sano per sbaglio. Guido Dal Porto: “Non ho più soldi per curarmi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Settembre 2017 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA
Lucca, gli tolgono il rene sano per sbaglio. Guido Dal Porto: "Non ho più soldi per curarmi"

Lucca, gli tolgono il rene sano per sbaglio. Guido Dal Porto: “Non ho più soldi per curarmi”

LUCCA – Gli hanno asportato il rene sano invece di quello malato e ora Guido Dal Porto, 57 anni, non ha più soldi per curarsi. L’uomo ha ripercorso la sua tragedia, quando nell’aprile 2016 i medici dell’ospedale San Luca di Lucca lo hanno operato per asportare il rene malato di tumore, e invece hanno asportato quello ancora sano. Da allora Dal Porto non è stato ancora risarcito e ora chiede aiuto: “Non ho visto un euro, sto finendo i soldi per pagarmi le visite e mi sento anche preso in giro”.

Paolo Pacini sul sito de La Nazione scrive che l’Asl, stando alla denuncia dell’uomo, lo avrebbe completamente abbandonato al suo destino dopo il tragico errore. Dal Porto ha così deciso di parlare con i quotidiani locali, con cui si sfoga:

“Sono passati diciassette mesi da quel maledetto giorno in cui in ospedale a Lucca mi hanno tolto per errore il rene sano, lasciandomi quello colpito dal tumore. Tutti pensano che l’Asl mi sia stata vicino dopo aver scoperto il clamoroso guaio che avevano combinato. Invece no, non ho visto un euro, sto finendo i soldi per pagarmi le visite e mi sento anche preso in giro. Hanno detto al mio avvocato che non vedono la necessità di anticiparmi una somma per le spese che sto sostenendo, visto che l’Asl formalmente non è neppure sotto processo, mentre lo sono i tre medici del “San Luca” coinvolti…

Io qui comincio a non avere più soldi per visite e cure e mi sono sentito rispondere che loro non tirano fuori un euro per ora. In questi diciassette mesi ho speso quasi diecimila euro di tasca mia, per seguire i protocolli. Ma ora dovrò diradare queste visite che mi costano più di 400 euro al mese. La mia è una famiglia modesta, dall’ospedale avevano promesso di sostenermi, ma si sono volatilizzati. Vorrei ricordare all’Asl e alla Regione che da quasi un anno e mezzo sono rimasto con un pezzo di rene, salvato solo grazie al dottor Massimo Cecchi che eseguì un delicatissimo intervento conservativo sull’organo malato”.

A finire nei guai per l’intervento sbagliato sono stati l’urologo Stefano Torcigliani, l’aiuto chirurgo Giuseppe Silvestri e la radiologa Claudia Gianni, a processo per lesioni personali gravissime, con la prossima udienza fissata al 12 ottobre. Dal Porto ha poi aggiunto:

“Ho un’invalidità del 90% e anche un diabete da stress dal maggio scorso, – sottolinea l’imprenditore – con 104 unità di insulina al giorno. L’Asl aveva promesso di valutare a livello regionale la mia posizione in merito al risarcimento, ma c’è stato l’ennesimo rinvio per ragioni pretestuose. Burocrazia, credo. Ma adesso basta. Non capisco se l’idea è di attendere che muoia, così… costerei meno. Lo so è una provocazione, ma credo che nessuno vorrebbe trovarsi nella mia situazione, con la vita appesa a un filo. Oppure finirà che dovrò andare io a scusarmi con i medici per l’errore in sala operatoria”.