“Mafia non più silente, dobbiamo alzare la guardia”: relazione Dia al Parlamento

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Agosto 2014 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA
"Mafia non più silente, dobbiamo alzare la guardia": relazione Dia al Parlamento

Strage di via d’Amelio (Foto archivio LaPresse)

ROMA – “La mafia non è più silente, ora bisogna alzare la guardia“. La Direzione investigativa antimafia, Dia, lo ha dichiarato nella relazione al Parlamento, in cui evidenza che la strategia silente di Cosa Nostra sembra essere finita ed è necessario prepararsi, perché ci sono “segnali che sembrano propendere verso derive di scontro ancora da decifrare”.

Nella relazione la Dia ha evidenziato la necessità di indagini patrimoniali

“per scardinare il rapporto tra Cosa Nostra e pezzi significativi dell’economia locale…Tale legame alimenta il potere mafioso, contamina la dimensione socio-culturale del territorio frenandone lo sviluppo e impedendo l’evoluzione verso un moderno sistema di governance”.

Inoltre il contrasto alla mafia deve continuare con

“l’offensiva investigativo-giudiziaria nei confronti delle famiglie al fine di impedirne un riconsolidamento delle strutture su più stabili basi”.

Stesso discorso vale per la Camorra, che tra le organizzazioni criminali spicca per le “violente dinamiche di scontro tra clan”. Nel secondo semestre 2013, si legge nella relazione, sono stati 10 gli omicidi commessi tra appartenenti a gruppi camorristi contro i 4 della criminalità organizzata pugliese, i 3 della ‘Ndrangheta e i 2 della criminalità organizzata siciliana.

Nel mirino della Dia anche la ‘Ndrangheta, che

“è grave e persistente in Calabria il rischio di infiltrazione mafiosa negli enti locali”.

Proprio in Calabria, infatti, si conta il maggior numero di comuni sciolti per mafia e in particolare nella provincia di Reggio Calabria, dove le indagini hanno dimostrato

“ancora una volta, la pervasiva capacità della ‘Ndrangheta di infiltrarsi nel settore degli appalti pubblici condizionandone i meccanismi di regolazione”.

D’altronde la ‘Ndrangheta ha dimostrato un

“persistente dinamismo, robuste potenzialità organizzative, ampie disponibilità di risorse”.

Pericoloso, secondo la Dia, è il tessuto di relazioni e collusioni con ambienti politici e imprenditoriali che la ‘Ndrangheta è riuscita a creare con un

“modus operandi che costituisce la più rilevante minaccia della matrice ‘ndranghetista esportata anche in altre regioni”.

Infine

“le vulnerabilità che, ormai da tempo, affliggono il sistema amministrativo locale calabrese, sono sintomo di una emergenza che non accenna ad essere contenuta e che richiede costante vigilanza e sinergica coralità nelle risposte istituzionali”.