Marco Piovella il “Rosso”, il capo dei Boys arrestato per la morte di Dede Belardinelli, deve restare in carcere

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Gennaio 2019 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA
Marco Piovella il "Rosso", il capo dei Boys arrestato per la morte di Dede Belardinelli, deve restare in carcere

Marco Piovella il “Rosso”, il capo dei Boys arrestato per la morte di Dede Belardinelli, deve restare in carcere

ROMA – Il “Rosso”, il designer e capo ultrà dei Boys (Inter) resterà in carcere. Il procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella e i pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri hanno dato parere negativo alla scarcerazione, richiesta dalla difesa, di Marco Piovella, uno dei capi riconosciuti dei Boys della curva nord interista, arrestato nei giorni scorsi per rissa aggravata nell’inchiesta con al centro gli scontri tra ultras prima della partita Inter-Napoli del 26 dicembre, che hanno portato alla morte di Daniele Belardinelli, investito, secondo l’ipotesi, da due auto.

Nel frattempo, oltre alla Volvo V40 già sequestrata nei giorni scorsi, è stata bloccata anche una seconda auto a Napoli ed è imminente il sequestro della vettura, che potrebbe aver travolto l’ultrà del Varese, mentre la Volvo, poi, gli sarebbe passata sopra quando era già a terra. Lunga la lista degli indagati, anche a garanzia, per omicidio volontario, tra cui gli otto tifosi napoletani che erano sulle due auto. Sulla richiesta di domiciliari per Piovella dovrà decidere il gip di Milano Guido Salvini.

Oggi in mattinata è previsto un vertice in Procura tra gli investigatori della Digos milanese e i pm che stanno lavorando in queste ore, dopo gli interrogatori a Napoli di sabato scorso, per chiarire la dinamica dell’investimento e le responsabilità, oltre che per ricostruire i ruoli nell’organizzazione dell’agguato degli ultras interisti a quelli napoletani, avvenuto in via Novara, mentre stava passando la ‘carovana’ di macchine di tifosi partenopei diretti allo stadio.

Non è ancora stata fissata l’autopsia sul cadavere di Belardinelli, anche perché i pm devono inoltrare informazioni di garanzia per omicidio volontario a tutte le persone che sono state individuate o che lo saranno a breve come presenti negli scontri (al momento si contano almeno una ventina di indagati tra ultras interisti e napoletani). Nel frattempo, due giorni fa è passato dal carcere ai domiciliari uno dei quattro arrestati, il 21enne Luca Da Ros che, malgrado le minacce, ha collaborato alle indagini fornendo molti nomi di ultras interisti e tirando in ballo ‘il Rosso’, ossia Piovella, difeso dai legali Mirko Perlino e Carlo Melzi D’Eril.

Sul fronte dell’investimento, invece, gli investigatori avrebbero individuato chi era alla guida della Volvo, ossia un amico dell’ultrà 25enne nella cui disponibilità era l’auto, intestata a suo padre. Nessuno dei quattro della Volvo, però, ha ammesso l’investimento e decisive saranno anche le analisi della polizia scientifica alla ricerca di tracce di sangue sulla macchina. Analisi che verranno estese anche alla seconda auto.