Marco Prato si sente male: niente interrogatorio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Marzo 2016 - 16:30 OLTRE 6 MESI FA
Marco Prato si sente male: niente interrogatorio

Marco Prato si sente male: niente interrogatorio

ROMA – Marco Prato si sente male e slitta l’interrogatorio del ragazzo, arrestato per l’omicidio di Luca Varani. L’atto istruttorio, il primo confronto con il pm, era fissato per il 17 marzo nel carcere di Regina Coeli ma la difesa ha comunicato al magistrato che il giovane, attualmente nell’infermeria del carcere, non è nelle condizioni di poter affrontare l’interrogatorio.

Intanto inizierà la prossima settimana la perizia sul pc sequestrato a Prato e rinvenuto nello studio del suo difensore. Un sequestro contestato dall’avvocato Pasquale Bartolo che ha presentato istanza di nullità. Obiettivo di chi indaga è verificare l’esistenza di video legati a quanto accaduto nell’ appartamento al Collatino. Non si esclude che il filmato possa essere stato cancellato ma i tecnici del Ris confidano di poterlo recuperare.

Questo avevano scritto Fulvio Fiano e Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera:

Il computer non era infatti in casa di Foffo al momento dell’omicidio, ma gli investigatori dell’Arma – che hanno già sequestrato gli smartphone dei due assassini – cercano nella memoria del portatile le tracce di una nuova inquietante pista: il massacro di Varani potrebbe essere stato messo in rete attraverso i canali (siti, social) «specializzati» nella ripresa di pratiche sessuali estreme e nel relativo scambio di immagini. Un po’ come avviene nel mondo della pedopornografia.

Tutti gli atti dell’inchiesta saranno secretati dal magistrato, in attesa del deposito al Riesame al quale si è rivolta la difesa di Prato: altre fughe di notizie potrebbero creare problemi in questo momento delicato dell’inchiesta, chi indaga è concentrato non solo a riproporre la tesi dell’omicidio premeditato (bocciata dal gip), ma anche a chiarire se gli arrestati siano criminali seriali oppure occasionali. Nel primo caso il timore è che esistano altri video postati sul web. Un quadro davvero inquietante.