Marinella Colombo condannata: rapì propri figli dal padre tedesco Tobias Ritter

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Novembre 2014 - 17:48 OLTRE 6 MESI FA
Marinella Colombo condannata: rapì propri figli dal padre tedesco Tobias Ritter

La sede della Corte di Cassazione

ROMA – Marinella Colombo è stata condannata a un anno e 8 mesi dalla Cassazione: lei è la donna che “rapì” i propri figli al padre tedesco. I giudici della Cassazione hanno confermato la condanna, nonostante il ricorso della donna.

Le accuse nei confronti della donna sono di sottrazione internazionale di minori e maltrattamenti: Marinella Colombo è la ex manager milanese che nel 2010 portò via da Monaco di Baviera, dove vivevano, i due figli avuti dal matrimonio con un tedesco, Tobias Ritter, al quale i minori erano stati affidati dalla giustizia tedesca, nel rispetto delle norme, dopo la separazione della coppia. Il ricorso della donna è stato respinto dai supremi giudici.

Insieme alla Colombo, 53 anni, è stata condannata a dieci mesi di reclusione anche sua madre, di 81, nonna dei due minori rapiti, ritenuta colpevole di aver aiutato Marinella Colombo a nascondere i bambini in Italia prima che fossero portati per un anno in Slovenia, dove sono stati tenuti lontano non solo dal padre ma anche da ogni tipo di contatto con altre persone, senza nemmeno frequentare una scuola.

Con questo verdetto emesso dalla Sesta sezione penale della Cassazione, con la sentenza 45266 depositata oggi e relativa all’udienza svoltasi lo scorso 14 ottobre, i supremi giudici hanno convalidato la decisione con la quale la Corte di Appello di Milano il 22 aprile 2013 aveva inasprito le pene per le due imputate giudicandole colpevoli non solo di sequestro internazionale ma anche di maltrattamenti per le sofferenze emotive patite dai due fratellini nella fuga e nel distacco dal padre e dalla loro vita abituale.

In primo grado, il Tribunale di Milano, il 24 aprile 2012, aveva emesso la condanna solo per il reato di sequestro e aveva inflitto alla Colombo un anno e quattro mesi, e alla nonna otto mesi di carcere. Su reclamo del pm, il verdetto divenne più severo.

“La Corte di Appello ha dato conto in maniera del tutto adeguata e logica – afferma adesso la Cassazione – del percorso argomentativo che l’ha condotta a ritenere provata l’integrazione a carico delle imputate del contestato delitto di maltrattamenti, anche con riferimento all’elemento psicologico del reato”. “La motivazione della sentenza d’appello – proseguono i supremi giudici – resiste sul punto anche alla prova necessaria in caso di riforma della sentenza assolutoria di primo grado. L’apprezzamento condotto appare infatti rispondere allo standard rafforzato necessario in tale ipotesi”.

Invece, la difesa ha sostenuto che la motivazione era “illogica” in quanto “le imputate non erano animate da intenti vessatori nei confronti dei due minori” ma dalla volontà di tenerli con sè. Bocciata anche la tesi della incostituzionalità dell’art. 574 bis del codice penale che ha introdotto, accanto al ‘tradizionale’ sequestro, il caso di sottrazione internazionale di minori. Secondo la difesa, la norma soffrirebbe di “indeterminatezza e ambiguità” con riferimento “all’estero”.

Per la Cassazione, invece, la norma è chiarissima: “il riferimento ‘all’estero’ operato dalla’art. 574 bis va interpretato nel suo senso letterale. Le condotte punibili (abductio e trattenimento) hanno al riguardo rilievo ove il minore venga condotto o trattenuto al di fuori del territorio dello Stato”. Nel verdetto gli ‘ermellini’ ricordano che i due ragazzini – all’epoca del rapimento di 8 e 12 anni – “nel corso del contenzioso giudiziario instauratosi e in violazione dei provvedimenti giudiziari tempo per tempo emessi, sono stati prelevati dalla Colombo e condotti da Monaco di Baviera, domicilio del coniuge affidatario dei minori, dapprima in Francia, quindi in Italia e poi in Slovenia, con il concorso” della nonna dei bimbi