Nuovi Balotelli: fra 15 anni, solo 7 minori stranieri su 100 saranno italiani

Pubblicato il 2 Luglio 2012 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA

Lacrime di gioia, Balotelli commosso dalle parole sui nuovi italiani di Napolitano

ROMA – Dici Balotelli e pensi a una generazione di fenomeni se guardi al calcio, viceversa bisogna immaginare un esercito di delusi/esclusi se invece guardiamo ai minori figli di immigrati nati in Italia. La loro cittadinanza è a rischio: sono nati in Italia ma non sono italiani, allo stesso Mario è stata necessaria la regolarizzazione a 18 anni per poter indossare la maglia azzurra. Non bastava essere nato a Palermo e aver frequentato le scuole in Italia. Se non cambia la legge, se non viene modificato l’anacronistico approccio dello ius sanguinis che prevale sullo ius soli, solo 7 diciassettenni stranieri su 100, stranieri residenti in Italia da qui al 2027 avranno anche una cittadinanza che in altri paesi sarebbe un diritto acquisito. Uno studio della fondazione Cittalia Anci Ricerche, la generazione Balotelli passerà dagli attuali 9.061 ragazzi attuali (2011) ai 78.082 stimati dalle proiezioni. Un incremento pari al 761%. Considerando i minori che avranno accesso alla cittadinanza perché figli di un genitore italiano il numero totale sarà di 111 mila ragazzi.  Di loro nel complesso, solo una esigua fetta potrà diventare italiana, un misero 7%.

Anche Napolitano parlò di “autentica follia negare la cittadinanza ai bambini”. Quando invitò anche Mario Balotellialla festa dei nuovi italiani al Quirinale, il campione tutto muscoli e sguardo torvo si sciolse in lacrime per le parole del Presidente. Quella era la sua storia, questa terra che chiamiamo ITalia è anche la sua terra. Proposte, soluzioni in vista? Bisogna superare appunto la normativa che privilegia le radici familiari al legame con il paese (sangunis contro soli) come nel resto dei paesi avanzati. Una road map presuppone una legge di iniziativa popolare, come quella presentata dall’iniziativa “L’Italia sono anch’io”. Intanto criteri meno restrittivi per permettere la cittadinanza. Se si procedesse a un’apertura nei confronti dei figli dei residenti da almeno un anno in Italia, la platea di esclusi si assottiglierebbe a 300 mila su un paio di milioni. Meglio andrebbe se si prevedesse il riconoscimento della cittadinanza anche ai minori giunti in Italia prima del compimento del 10° anno di età se residenti nel nostro paese fino al compimento del 18° e a quanti abbiano frequentato studi primari o secondari o percorsi di formazione professionale.

Lacrime amare: la delusione di Balotelli dopo la finale persa