Mario Cattaneo uccise ladro con un colpo di fucile: cade l’accusa di omicidio volontario

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Ottobre 2017 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA
Mario-Cattaneo

Mario Cattaneo

LODI – E’ stato derubricato in eccesso colposo di legittima difesa il reato di omicidio volontario per Mario Cattaneo, l’oste di Casaletto lodigiano, in provincia di Lodi, dal cui fucile partì una rosa di pallini che uccise un ladro romeno, Petre Ungureanu di 32 anni, che era entrato nella sua proprietà la scorsa primavera. La decisione è stata resa nota dal suo legale Vincenzo Stochino.

Sollevato Mario Cattaneo che, però, spiega al Giorno: “Le mie notti, dall’incursione dei ladri, sono piene di incubi. E’ stato un incidente, mi hanno aggredito ed è partito un colpo”. Sollevato, però, perché “la cosa più importante è stato togliere questo capo d’accusa che non mi faceva dormire, ci sarà tempo per rimediare”.

Era il 10 marzo 2017 quando accade la tragedia: quattro sconosciuti si introducono nella proprietà di Cattaneo per rubare, l’oste si sveglia di soprassalto nel cuore della notte. Sono appena passate le 3 e con il figlio e la moglie scende dal primo a piano terra. Lui imbraccia fucile. Mario e il figlio cercano di aprire la porta che dà su un cortiletto in cui sentono rumori. Quando riescono, a fatica, a aprire la porta, uno degli aggressori afferra l’arma che Cattaneo imbraccia, perde l’equilibrio, cade e parte un colpo. Ungureanu cade a terra ferito. I tre complici lo portano fuori dalla proprietà.

Le perizie del Ris confermano che sull’arma sono presenti tracce di dna di un terzo soggetto che non ha nulla a che fare con i familiari di Mario. Ci sono poi le lesioni su Cattaneo: tre costole rotte e ecchimosi varie confermano la colluttazione con uno degli aggressori e, al momento dell’esplosione del colpo il ristoratore, sdraiato, non poteva vedere chi c’era al di là del cartone. Questo lo dice, invece, una ricostruzione tridimensionale siglata anche dall’ex comandante del Ris Luciano Garofano.

Ora rimane l’ipotesi di eccesso colposo, appunto, che consisterebbe nella scelta di avere aperto la porta per andare dai ladri. Cattaneo, però, lo disse subito: “Temevo si stessero organizzando da fuori per sfondarla, quella porta e tornare a farci del male”. E se il procuratore di Lodi Domenico Chiaro ricorda che “noi abbiamo detto fin da subito che tutto quanto, stando alle prime indagini, sarebbe andato a sostanziarsi in eccesso di legittima difesa”, il senatore leghista Roberto Calderoli afferma: “Facciamo in modo che nessun altro Mario Cattaneo debba essere sottoposto al giudizio di un tribunale solo per essersi difeso a casa propria”. L’avvocato di Cattaneo assicura: “Presenterò una memoria difensiva con la quale chiederò archiviazione. Perché il mio cliente non ha fatto nulla se non cercare di difendere la famiglia”.

Dalla Regione Lombardia, invece, l’assessore Simona Bordonali e il consigliere Pietro Foroni spiegano che “ora faremo in modo che le spese legali sostenute dall’oste vengano sostenute dalla Regione Lombardia”.