Mario Pantanali ucciso da fulmine a corsa podistica Gemona

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Maggio 2016 - 08:50 OLTRE 6 MESI FA
Mario Pantanali ucciso da fulmine a corsa podistica Gemona

Mario Pantanali ucciso da fulmine a corsa podistica Gemona

ROMA –  Mario Pantanali ucciso da fulmine a corsa podistica Gemona. È stato ritrovato privo di vita, colpito da un fulmine, l’atleta disperso mentre stava partecipando al “Trail dei tre castelli” a Gemona del Friuli (Udine). La scoperta è stata fatta dai tecnici del Soccorso alpino che hanno trasferito la salma a valle. L’uomo – Mario Pantanali, 42 anni di Noventa Vicentina – presentava gravi ustioni al torace e ad una gamba. Sarebbe morto all’istante.

Indagini in corso da parte dei Carabinieri. La sagoma dell’atleta, ormai priva di vita, è stata scorta dall’equipaggio dell’elicottero della Protezione civile regionale FVG, che più tardi ha anche concluso l’intervento trasferendo a valle le spoglie mortali. Per la constatazione del decesso e la determinazione delle cause è stato fatto affluire l’equipaggio del velivolo del 118.

Da quanto si è appreso, la disgrazia è avvenuta in una cresta molto esposta dove la vittima è stata sorpresa da un brevissimo fortunale, durato una ventina di minuti, durante i quali, secondo le testimonianze di altri atleti e personale dell’organizzazione si sono uditi tre o quattro tuoni. L’evento è subito rientrato e la corsa è proseguita normalmente.

L’allarme è scattato perché l’uomo non è mai giunto ad una delle «porte» di controllo. In questo tipo di manifestazioni, proprio per tenere monitorati gli atleti, ogni partecipante dispone di un microchip che viene riconosciuto da meccanismi elettronici, ufficializzando il passaggio e consentendo tanto un riscontro cronometrico quanto una verifica sullo stato di salute dei partecipanti, le cui gare durano svariate ore.

Proprio per questo motivo, le ricerche del Soccorso Alpino di Gemona e della Guardia di Finanza si sono subito concentrate in un determinato segmento, individuando nel giro di pochi minuti l’atleta ormai esanime. Il corpo – che presentava ustioni al torace e a una gamba – era stato scaraventato una decina di metri più in basso rispetto al sentiero che stava percorrendo: per questo motivo, la «scopa», che passa al termine della manifestazione per scongiurare l’ipotesi che qualche atleta rimanga bloccato in quota, non l’aveva notato. (Leggo)