Mario Santilli, lo chef dei vip trovato morto nel suo camper a Milano

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Agosto 2017 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA
Mario Santilli, lo chef dei vip trovato morto nel suo camper a Milano

Mario Santilli, lo chef dei vip trovato morto nel suo camper a Milano

MILANO – Lo hanno trovato esanime nel suo camper parcheggiato sotto gli alberi di Viale Ungheria a Milano. Mario Santilli, 49 anni, giramondo e chef dei vip è morto così, probabilmente stroncato da un infarto in quella scatola di lamiere roventi. Nel suo ristorante a cinque stelle cenavano l’attore Kabir Bedi e nomi noti della politica italiana e internazionale.

Lo ha trovato l’amica Daniela sabato, era rannicchiato nel letto, ma la prima volta ha creduto che dormisse dopo una sera di bagordi. Mario e Daniela si erano conosciuti al Sert: lo chef condivideva con lei un passato ingombrante di droga. Lei gli ha lasciato un biglietto: “Sei uno str…” ed è andata via arrabbiata. E’ tornata a cercarlo alle 11 di sera ed era sempre lì nella medesima posizione.

“Gli ho toccato il collo, rigido – racconta in lacrime – Io però il battito lo sentivo. Mi hanno detto che era impossibile, che era il mio cuore che mi rimbombava nella testa. Mi ha salutato così. Aveva il turno alla Croce Rossa, faceva il volontario”.

Come riporta Cesare Giuzzi sul Corriere della Sera:

Sul corpo non sono stati trovati segni di violenza. I carabinieri della stazione Romana di via Zama hanno verificato che in questa storia non ci fossero misteri. Solo un vecchio telefono cellulare che squillava di continuo, con i pusher che cercavano Mario. Dopo l’autopsia la salma sarà affidata ai parenti, che poi sono una sorella, sfollata dal terremoto, che vive ancora vicino a l’Aquila, e un fratello che pare sia frate.

Nato a Baden (Svizzera), Mario era figlio di Ermanno, un tecnico che aveva girato il mondo quando negli anni Sessanta lavorava per una multinazionale. La madre Maria era pugliese. Il nonno Mario faceva il minatore, l’avevano pensionato per silicosi. Quando è morto, più di trent’anni fa, il nipote aveva ereditato un patrimonio, perché i Santilli di Castelvecchio Subequo avevano trascorso la vita a spaccarsi la schiena.

E Mario era partito: Svizzera, Egitto, India. Parlava sette lingue compreso l’arabo e il russo ed era finito a Pune, dove aveva aperto il ristorante italiano «La dolce vita», il migliore della città. Ne scrivevano i giornali indiani, lo chef Santilli era stato anche in televisione, il terzo classificato tra i migliori cuochi del Paese. Aveva sposato un’indiana e aveva avuto due figli. Al blogger Giovanni Pizzocchia che nel 2008 s’era interessato alla sua storia, aveva raccontato che il ristorante era fallito, la sua casa incendiata, per colpa della «mafia indiana».