Maroni a prefetti: “No immigrati in Lombardia”. Renzi vuol premiare chi ospita…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Giugno 2015 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA
Maroni a prefetti: "No immigrati in Lombardia". Renzi vuol premiare chi ospita...

Maroni a prefetti: “No immigrati in Lombardia”. Renzi vuol premiare chi ospita… (foto di repertorio Lapresse)

MILANO – Roberto Maroni scrive ai Prefetti per chiedere ufficialmente di sospendere le assegnazioni di migranti ai Comuni della Lombardia. Il governatore l’aveva promesso e l’ha fatto. Proprio mentre il governo Renzi sta pensando di dare più soldi ai Comuni, come scrive Francesco Bei su Repubblica: “Via la camicia di forza del patto di stabilità per le città del Nord, più fondi, assistenza e “misure compensative ” (ancora allo studio) a quelle del Sud”.

Questo ha scritto Maroni nella lettera: “Vi chiedo di sospendere le assegnazioni nei Comuni lombardi in attesa che il Governo individui soluzioni di accoglienza temporanea più eque, condivise e idonee, che garantiscano condizioni reali di legalità e sicurezza”.

“Secondo i dati resi noti dal Viminale nei giorni scorsi – scrive il presidente della Regione -, la Lombardia è la terza regione italiana, dopo Sicilia e Lazio, come percentuale di presenze di immigrati nelle strutture di accoglienza”. “Ricordo poi che in Lombardia vive già oltre un quinto degli immigrati regolari presenti in Italia, molti dei quali in cerca di lavoro. E’ quindi impensabile inviare in Lombardia altri immigrati prima di aver riequilibrato la distribuzione”.

Per l’ex ministro dell’Interno ed ex segretario della Lega, “l’eccezionale afflusso di cittadini stranieri sul nostro territorio, a seguito degli sbarchi sulle coste italiane, impone una gestione molto attenta del fenomeno migratorio”. Il presidente della Lombardia ribadisce infine ai prefetti la sua convinzione che “la soluzione al problema dell’immigrazione clandestina, componente preponderante anche dell’ondata di arrivi di quest’anno, resta il blocco delle partenze dalle coste africane, attraverso il coinvolgimento dell’Ue, dell’Onu e di tutta la comunità internazionale”.