Marta Russo, Domenica Virzì: “Vivo da 20 anni grazie al suo cuore”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Maggio 2017 - 16:52 OLTRE 6 MESI FA
Marta Russo, Domenica Virzì: "Vivo da 20 anni grazie al suo cuore"

Marta Russo, Domenica Virzì: “Vivo da 20 anni grazie al suo cuore”

ROMA – Domenica Virzì 20 anni fa ha ricevuto il cuore di Marta Russo, la studentessa uccisa nel maggio 1997 nell’università La Sapienza. La donna originaria di Enna è mamma di 4 figli e soffriva di una grave malattia cardiaca, solo un trapianto avrebbe potuto salvarla. E così il 13 maggio aarrivà quella telefonata che le annunciava che c’era un cuore per lei, proprio il cuore di Marta, che in questo modo non ha mai smesso di battere.

Cristiana Mangani sul Messaggero a 20 anni dall’omicidio della giovane studentessa romana ha intervistato la Virzì, la donna che ha ricevuto non solo il suo cuore, ma una nuova possibilità di vivere. La donna infatti era molto grave e rischiava di non farcela:

“«Sì, i medici di Catania dove ero in cura, erano stati chiari. Mi avevano detto che solo un trapianto avrebbe potuto salvarmi. Ma quella notte, quando è arrivata la telefonata, ero sola in casa, mio marito fa il camionista. Ho cercato di prendere tempo, di suggerire qualcun altro al mio posto. Mi hanno spiegato che l’organo era compatibile, che ero io la più adatta a riceverlo. Non sapevo che fare, ero molto agitata, e allora ho chiamato il mio sacerdote. Lui è venuto, ne abbiamo parlato, ma non se l’è sentita di consigliarmi. Insieme abbiamo aperto una pagina della Bibbia, così a caso, cercavo un segnale, e questo è arrivato. Ho letto una frase che diceva “le cose della terra appartengono alla terra e le cose di Dio appartengono a Dio, e Dio farà nuove tutte le cose”. Mi è sembrata una frase positiva, e allora mi sono fatta forza e sono entrata in sala operatoria. Mentre la mia famiglia arrivava al policlinico di Catania»”.

Se normalmente la procedura prevede che il donatore dell’organo rimanga anonimo, il caso di Marta è stato diverso. La morte della giovane e la notizia della donazione degli organi da parte dei genitori, che hanno compiuto un gesto di amore e altruismo enorme, aveva avuto un clamore eccezionale:

“«In genere non si deve sapere, la legge non lo consente, ma il suo caso era troppo eclatante, non si parlava di altro in quel periodo nei telegiornali. Anche se io non ne sapevo niente, non ero al corrente della storia. Da quando avevo saputo della vicenda di Nicholas Green, il bambino americano ucciso nel ‘94 sull’autostrada in Calabria, non riuscivo più a guardare la tivù. Ero scioccata. Però, è successo subito qualcosa di bello. Dopo l’operazione, quando mi sono svegliata, mi sono sentita subito bene. Stavo bene. E ho avuto un unico desiderio: incontrare i genitori di Marta. Volevo ringraziarli, ma volevo anche soltanto vederli, conoscerli».

E come è andata?
«Anche loro mi hanno cercata: Donato, Aureliana, Tiziana. Prima li ho sentiti al telefono, poi un anno dopo, a maggio, sono venuti a trovarmi. Un’emozione fortissima. Erano parte di me, eravamo un’unica famiglia».

Vi siete più visti?
«Sì, molto spesso. Noi siamo stati al matrimonio di Tiziana, loro sono venuti a quelli dei miei figli. Ci incontriamo almeno un paio di volte all’anno, e ci sentiamo al telefono, per messaggio, anche qualche giorno fa. Sarebbe impossibile per me immaginare di non avere rapporti con loro. E’ un legame molto forte»”.

Ora la Virzì sta bene e dal trapianto la sua vita è totalmente cambiata e per questo continuerà a ringraziare i familiari di Marta Russo, mentre il suo cuore continua a battere forte.