Massimo Giuseppe Bossetti, difesa: “Corpo di Yara non è rimasto nel campo 3 mesi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Maggio 2017 - 06:45 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Giuseppe Bossetti, difesa: "Corpo di Yara non è rimasto nel campo 3 mesi"

Massimo Giuseppe Bossetti, difesa: “Corpo di Yara non è rimasto nel campo 3 mesi”

BERGAMO – Il corpo di Yara Gambirasio non sarebbe rimasto per tre mesi nel campo di Chignolo dove è stato ritrovato dopo il rapimento della ragazzina da Brembate di Sopra. Questa la perizia del medico legale della difesa di Massimo Giuseppe Bossetti dopo aver analizzato la felpa indossata dalla ragazzina uccisa. Secondo la perizia è impossibile che la felpa non presenti lacerazioni provocate da animali e polvere, elementi che invece si trovano sui leggings, sulla maglia e sul piumino che indossava quando è scomparsa-

Il sito Dagospia riporta l’anticipazione fornita dalla rivista Oggi scrive che la difesa si basa sulla perizia dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che vi lavorò dal 28 febbraio all’11 agosto 2011 prima di consegnarla alla Procura:

“Su quella felpa, indossata sotto il piumino e sopra la maglietta, mancano due importanti elementi: le lacerazioni provocate dagli animali, in particolare i roditori, e la polvere di ossido di calcio. Elementi che invece sono presenti sul piumino, la maglietta azzurra, i leggins e i calzini che Yara indossava quando scomparve, la sera del 26 novembre 2010. Tutti presentano segni evidenti del passaggio di animali e della polvere di calce.

Perché, chiede il settimanale, da questa aggressione si è salvata solo la felpa? Se fosse presa in considerazione una ipotesi alternativa a quella ufficiale, cioè se dopo la morte a Yara fossero stati sfilati il giubbino, la felpa e addirittura le scarpe e fosse stata rivestita prima dell’abbandono in quel campo, cambierebbe lo scenario ricostruito dagli inquirenti. E crollerebbe una delle colonne portanti dell’Accusa”.

Il settimanale Oggi presenta anche le tabelle che riportano le lesioni causate da agenti esterni all’organismo dopo la morte:

“le lesioni tafonomiche (cioè le lesioni causate da agenti esterni all’organismo dopo la morte) compaiono due volte sul piumino, 11 sulla maglietta, sette sui pantaloni e due volte sulle calze. L’unico indumento a salvarsi è stata la felpa. Non appare una sola lacerazione. Figurano solo lesioni da taglio. Inoltre sulla felpa non c’è una sola traccia di sangue, neppure nel punto corrispondente a quello della maglietta (il fianco destro) intriso di sostanza ematica. Se i due indumenti fossero stati indossati assieme dovrebbero essere macchiati nello stesso punto”.