Roma, il costo delle linee metro: torri e palazzi di 25 piani in 6 zone

Pubblicato il 7 Febbraio 2012 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La costruzione delle nuove linee della metropolitana di Roma ha un prezzo: una regola stabilita anni fa, definita di “compensazione”, stabilisce infatti che chi costruirà pezzi di metropolitana nella Capitale, otterrà dal Comune la possibilità di edificare su aree pubbliche della città (peraltro già densamente popolate) nuove case. L’allungamento della metro B, scrive ‘La Repubblica’, non ci porterà solo nuove fermate in zone anche periferiche, ma anche palazzoni e torri altissime lì dove finora non era possibile costruire. Stesso discorso per la metro C, un’opera che sembra destinata a essere un nuovo “cantiere di San Pietro” e che è già stata ribattezzata “la metro più costosa d’Europa“.

Metro B: la linea collegherà la stazione di Rebibbia a quella di Casal Monastero passando per lo storico quartiere di San Basilio. Il bando della concessione è stato aggiudicato il 29 settembre dello scorso anno all’associazione temporanea di imprese che unisce tre colossi: i Salini, la Vianini di Caltagirone e l’Ansaldo. Cosa ha stabilito il bando? Che in cambio dei soldi e dell’effettiva costruzione della linea metro, le tre aziende potranno poi innalzare torri e palazzoni fino a venticinque piani in sei aree scelte da Roma Metropolitane: Tiburtino, Monti Tiburtini, Santa Maria del Soccorso, Rebibbia, Torraccia, Casal Monastero.

Secondo ‘La Repubblica’, al Tiburtino arriveranno 25.180 metri quadrati di case e 6.070 di servizi, a Monti Tiburtini 13.435 metri quadrati di abitazioni e 965 di non residenziale, a Santa Maria del Soccorso il rapporto è 15.459 a 3.741, a Rebibbia 20.295 a 1.965, a Torraccia 18.695 a 12.550, a Torraccia-Casal Monastero, fuori dal raccordo, 80 mila a 160 mila

Metropolitana C: un “costo” alto di realizzazione ce l’ha anche la già costosa linea C. Progettata nel 1990, avrebbe dovuto vedere la luce per il Giubileo del 2000. Undici anni dopo quella data, la tratta che avrebbe dovuto collegare la periferia sud della città (borgata Finocchio, Torre Angela, Giardinetti, Centocelle) a Piazzale Clodio, passando per San Giovanni, Colosseo e Piazza Venezia, è ancora un punto interrogativo. Soprattutto per quanto riguarda la parte “pregiata” della metropolitana, quella che dal Colosseo porta a Piazzale Clodio, in gergo chiamata “T 2”. Sono sette chilometri e per realizzarli, scrive ‘Il Fatto Quotidiano’, le società vincitrici della gara (Vianini, Astaldi. Lega Cooperative e Ansaldo) hanno chiesto che gli venissero trasferite le caserme e depositi Atac dei quartieri Prati e Flaminio e 1, 2 miliardi che il Comune dovrà pagare cash. In più i privati chiedono la gestione della linea e anche un canone di 312 milioni di euro l’anno per i prossimi 35 anni. A queste condizioni tenere aperta la metropolitana di Roma costerebbe circa come 850 mila euro al giorno.