Migranti, obbligo alle navi Ong: niente luci per comunicare con gli scafisti, mai troppo vicine alla costa libica

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Luglio 2017 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, obbligo alle navi Ong: niente luci per comunicare con gli scafisti, mai troppo vicine alla costa libica

Migranti, obbligo alle navi Ong: niente luci per comunicare con gli scafisti, mai troppo vicine alla costa libica

ROMA – Migranti, obbligo alle navi Ong: niente luci per comunicare con gli scafisti, mai troppo vicine alla costa libica. Le navi Ong impegnate nei salvataggi di migranti dovranno rispettare un codice di condotta preciso per non vedersi negata l’autorizzazione ad approdare nei porti italiani. Non potranno spegnere il trasponder, il sistema che segnala la propria rotta e posizione in mare, per non farsi intercettare dalla guardia costiera libica.

Non potranno accendere le luci per farsi avvistare dalle imbarcazioni degli scafisti. Non potranno trasbordare i migranti sulle navi della Guardia Costiera e di Frontex. Questo sul piano operativo: le Ong saranno chiamate anche a fornire l’elenco dettagliato dei membri degli equipaggi e la lista dei finanziamenti ottenuti.

Sempre da un punto di vista operativo, la bozza dell’accordo Francia-Germania-Italia che sarà sottoposto agli altri stati partner dell’Unione, prevede una serie di misure che disincentivi le Ong dal navigare troppo vicino alle coste libiche, per impedire la raccolta profughi praticamente all’inizio della rotta o comunque ai limiti del confine marittimo. Per questo è allo studio il divieto di superare una distanza minima dalla costa.

L’intento è quello di implementare il controllo istituzionale dei tratti di mare incriminati e ridurre il peso delle Ong che, ricordiamo, al momento sono responsabili di una quota oscillante tra il 35 e il 40% dei salvataggi in mare. “Si rende necessaria — aveva evidenziato la commissione Latorre — una razionalizzazione della presenza delle Ong che potrebbe portare a un aumento dell’efficienza dei soccorsi e dei margini per salvare vite con la contestuale riduzione delle relative imbarcazioni nell’area”.