Mike Bongiorno: dalla scomparsa al ritrovamento della salma

Pubblicato il 8 Dicembre 2011 - 19:24 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Comincia nella notte fra il 24 e il 25 gennaio scorso la dolorosa vicenda del trafugamento della bara di Mike Bongiorno.

LA SCOPERTA – Il primo ad accorgersi del furto, nel piccolo cimitero di Dagnente di Arona (Novara), sul Lago Maggiore, e’ un pensionato, Giuseppe Buscaglia, che, come tutti i giorni, era andato in visita alla tomba della moglie: la lapide della tomba di Mike e’ stata tolta ma non rotta. I ladri sono fuggiti lungo un pendio, dietro al camposanto. Buscaglia avvisa il custode del cimitero, che denuncia tutto ai Carabinieri.

PISTA DEL RISCATTO – Le indagini scartano subito il movente di un furto da parte di sette e si concentrano sulla pista di una banda intenzionata a chiedere il riscatto. Il sistema di videosorveglianza all’esterno del cimitero non funzionava, ma gli investigatori raccolgono una serie di elementi che fanno pensare a una banda composta da 4-5 persone, fuggite a bordo di un furgone su una strada secondaria.

I MITOMANI – A farsi vivi, pero’ sono solo mitomani o presunti veggenti. La famiglia del presentatore fa il primo di una serie di appelli: e dice: ”Siamo disposti a fare qualsiasi cosa per riavere la salma di Mike”.

LA BANDA DEL TRENO – Il 21 febbraio il settimanale ‘Oggi’ pubblica la notizia di una banda che avrebbe chiesto 300 mila euro per restituire la salma, dicendo di gettare il denaro da un treno in corsa. Gli investigatori e la famiglia smentiscono.

DUE ARRESTI – Chi contatta la famiglia di Mike sostenendo di poter restituire la salma del presentatore sono due artigiani lombardi, Luigi Spera, di 53 anni, e Pasquale Cianci, di 63. I Carabinieri li arrestano il 3 marzo per tentativo di estorsione. Il 25 ottobre, con rito abbreviato, Spera patteggia un anno e sette mesi di reclusione davanti al Gip di Verbania; Cianci sara’ processato a Milano.