Milano: giovane migrante del Mali si impicca in Stazione Centrale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Maggio 2017 - 11:01 OLTRE 6 MESI FA
Milano: giovane migrante del Mali si impicca in Stazione Centrale

Milano: giovane migrante del Mali si impicca in Stazione Centrale (foto Ansa)

MILANO – Milano: un giovane migrante si è impiccato alla stazione centrale. L’allarme e i soccorsi sono stati così veloci che quando lo hanno tirato giù dal pilone su cui si era impiccato respirava ancora. Il giovane e robusto africano, 31 anni, proveniente dal Mali, in Italia da un anno e mezzo, richiedente asilo, questa mattina ha deciso di farla finita così.

Nei pressi del più affollato bivacco di tanti disperati come lui, la Stazione centrale, dove all’inizio della settimana era stata organizzata un imponente, quanto discussa operazione antidegrado. Attorno ad una morte così tragica e straziante, il lutto e il dolore, anche se con i soliti distinguo, hanno prevalso da destra e da sinistra.

L’amministrazione comunale ha emesso un comunicato ufficiale esprimendo il cordoglio ma sottolineando che “è indispensabile insistere, ancora più di prima, a sostegno delle buone pratiche di accoglienza e integrazione”. Di “frutto avvelenato della politica di accoglienza”, parla invece l’ex vicesindaco e capogruppo di Fdi-An Riccardo De Corato. Un’accoglienza indiscriminata, sostiene, “che non produce solo disagi o squilibri tra gli italiani, ma anche la disperazione in persone accolte e stipate a centinaia negli stessi luoghi, senza alcuna vera speranza di un futuro”.

Il 31/enne si è impiccato ad un pilone dal muro della ferrovia che circonda la massicciata ferroviaria e sovrasta via Ferranti Aporti, poco prima di mezzogiorno. Un passante dal marciapiede lo ha visto penzolare (nessun dubbio sul suicidio e infatti non è stata disposta l’autopsia), e ha chiamato il 112. Sono arrivati subito i vigili del fuoco che con una motoscala lo hanno raggiunto, mentre arrivavano le ambulanze e i carabinieri chiudevano la strada. Respirava ancora, ma all’arrivo all’ospedale Niguarda i medici hanno potuto fare ben poco. Non aveva documenti, nessuno si è fatto avanti dicendo di conoscerlo.

I carabinieri della compagnia di Porta Monforte lo hanno identificato ore dopo, attraverso le impronte digitali. Non si sa da quanto tempo fosse a Milano. Di certo l’assessore alle politiche sociali del comune Pierfrancesco Majorino, ha escluso fosse in carico alle strutture comunali di accoglienza. In serata al giovane suicida è stato dedicato un momento di raccoglimento nella parrocchia di Santa Maria Goretti, la più vicina al luogo del ritrovamento. A presiedere il parroco don Giuliano Savina che ha portato la preghiera della Diocesi, della Caritas e di chi in curia si occupa di questo tema, tutti scossi per quanto accaduto.