Non solo Seneca: a Milano vanno di moda gli ideogrammi

Pubblicato il 12 Dicembre 2011 - 17:28 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Qualsiasi fonte e classificazione si consulti, un dato è certo: la lingua più parlata al mondo è il cinese mandarino. L’inglese è un passepartout, ma il futuro è nelle mani del Celeste impero, sia per potenza economia sia per popolazione. Per oltre un miliardo di persone è la favella natia, per altri un sistema di interscambio e anche in Italia ce ne siamo accorti. Per affrontare corazzati i prossimi decenni non c’è altro da fare: imparare gli ideogrammi e la difficile fonetica cinese.

Così nel prestigioso liceo classico Berchet di Milano, che vanta tra i suoi ex allievi Luchino Visconti, da gennaio partirà un corso di lingua e scrittura cinese standard. Quaranta ore due volte alla settimana per imparare a contare, fare acquisti e chiedere e dare informazioni sull’età, la nazionalità, la famiglia e gli hobby, per un totale di 200 vocaboli. E visto che l’apprendimento di una lingua passa anche attraverso la cultura e gli usi e costumi del paese in cui è nata, non mancheranno approfondimenti con laboratori pratici sull’antica arte della calligrafia e uno sulla costruzione artigianale degli aquiloni.

Un corso serale aperto non solo agli studenti, ma a tutti i milanesi, anche se i posti limitati e la precedenza data agli allievi lasciano ben pochi spazi a chi vorrà esercitasi nella conversazione con docenti madrelingua dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano. L’iniziativa è nuova per un liceo classico, ma già da cinque anni lo studio del cinese è entrato nei curricula delle scuole di lingue, tanto che al liceo Pigafetta di Vicenza quest’estate, per la seconda volta, gli studenti si sono cimentati con la prova scritta di cinese alla maturità. Da Socrate a Confucio, dalle versioni di latino alla fonetica mandarina, il passo è breve, ma nello stesso tempo rivoluzionario: “Quella cinese è una realtà lontana – spiega il preside, Innocente Pessina – ma ci avremo sempre più a che fare con il passare degli anni. C’è chi teme l’invasione, ma avvicinandoci alla loro cultura ne saremo meno spaventati”. Le iscrizioni rimarranno aperte fino al 15 dicembre.