Milano, rom del campo nomadi di via Idro: “Non sgomberateci”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2016 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA
Milano, rom del campo nomadi di via Idro Non sgomberateci (foto Ansa)

Milano, rom del campo nomadi di via Idro Non sgomberateci (foto Ansa)

MILANO – Gli abitanti del campo nomadi più antico di Milano, quello di via Idro, hanno scritto una lettera al Fatto Quotidiano spiegando perché non vogliono essere sgomberati. Lo sgombero del campo nomadi infatti, annunciato più volte, è ormai alle porte. “Dovranno abbandonare le loro case, i loro beni, le loro attività, i legami affettivi”, scrivono le varie associazioni nella lettera inviata al Fatto Quotidiano, proprio ora che “si sono inseriti, hanno creato rapporti con il quartiere nel quale vivono regolarmente”.  Un giornalista del Giornale ha deciso dopo aver letto la lettera di andare direttamente al campo nomadi per fare qualche intervista.

Questa signora che ci accoglie ha 67 anni ed è a Milano da quando ne aveva venti. “Non so perché ci vogliono sgomberare, vogliono civilizzarci ma non ci riusciranno mai, zingari siamo nati e zingari moriremo!”, ci risponde secca. Proviamo a farla ragionare sulla situazione di degrado, di delinquenza, di esasperazione da parte dei residenti, eppure lei ribatte “il centro non è meglio di qui, tutte le zone sono uguali, e da quando sono arrivati altri zingari dal meridione e dall’Ucraina siamo sempre in lotta, come succede tra marocchini e albanesi!”. Ma qui nei vari accoltellamenti c’è scappato il morto, anzi i morti. Tutto quello che vediamo, ci dicono, sia stato regalato: lavatrici, biciclette, roulotte, macchine, vestiti, pentole, gli arredamenti per le case. Del resto, come ci confermano, nessuno nel campo lavora, si vive di elemosina e si va alla Caritas per prendere cibo e vestiti. “Chi ti da lavoro se sei uno zingaro?”. Sentendo che lo sgombero è ormai vicino, hanno anche smesso di pulire, si fa per dire, giustificati dal fatto che presto dovranno andarsene. Guardandoci attorno vediamo che ci sono tanti ragazzi robusti accanto ai falò oppure a passeggio tra le villette del campo. A uno di loro domandiamo “cosa fai tutto il giorno per vivere?” la risposta beffarda è “ammazzo le persone!”.

Oltre al degrado evidente e alle condizione disumane in cui vivono, l’odore dei rifiuti bruciati è talmente forte da togliere il respiro. Per riscaldarsi oltre alla legna bruciano gomma e materiale di ogni genere, nocivi sia per loro che per i residenti vicini. Domandiamo la provenienza di tanti rifiuti e la risposta sincera ci viene data da un bambino di dieci anni: “Chi vuole vieni qui col camion e scarica a 5 euro!”. Viene messo subito a tacere (…).