Mimma Guardato, mamma Fortuna Loffredo indagata per molotov

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Maggio 2016 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA
Mimma Guardato, mamma Fortuna Loffredo indagata per molotov

Mimma Guardato, mamma Fortuna Loffredo indagata per molotov (foto Ansa)

CAIVANO – Anche Mimma Guardato, mamma di Fortuna Loffredo, indagata per la molotov che è stata lanciata al Parco Verde di Caivano davanti a casa di Marianna Fabozzi, compagna di Raimondo Caputo (accusato di aver ucciso la bambina).

Racconta Marco Di Caterino sul Messaggero:

La prima novità riguarda questa volta l’intero nucleo della famiglia Guardato. Otto componenti, e tra questi la stessa mamma di Fortuna, risultano indagati per incendio doloso. Per i carabinieri della compagnia di Casoria, avrebbero preordinato e messo in pratica l’attentato incendiario, con il lancio di una bottiglia molotov ( sequestrata dai militari), contro il basso di via Santa Barbara a Caivano, dove Marianna Fabozzi fino a ieri era agli arresti domiciliari dallo scorso mese di novembre, quando fu arrestata insieme al convivente Raimondo Caputo (al momento unico indagato per la morte e gli abusi su Fortuna Loffredo) detto Tito’ per le ripetute violenze sessuali subite dalle figlie della convivente. «Non sappiamo le motivazioni di quest’atto giudiziario» ha commentato Mimma Guardato, che liquida la vicenda con un secco: «Della cosa né se occuperà Gennaro Razzini, uno dei nostri avvocati».

L’attentato incendiario, si verificò un paio d’ore dopo che era stata resa pubblica la notizia dell’arresto di Raimondo Caputo, il “mostro” del parco Verde, responsabile per la Procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore capo Francesco Greco, dell’omicidio di Chicca. Il secondo colpo di scena, riguarda la morte dell’altro bambino. Nessuna richiesta ufficiale, motivata è stata presentata in Procura, quella di Napoli, per la esumazione di Antonio Giglio, il figlio di Marianna Fabozzi, precipitato da una finestra dell’abitazione della nonna, al settimo piano dello stesso isolato 3, la sera del ventisette giugno del 2013. Per gli inquirenti, al momento non ci sono elementi tali per un passo del genere. Anche perché oggi a tre anni di distanza dalla morte di un bimbo di appena tre anni, una autopsia, (che è un esame irripetibile) con le condizioni dei resti del bambino, non porterebbe nessun elemento riguardante la scoperta di eventuali tracce biologiche.