Mimmo Cavicchia è morto: nel suo ristorante a Roma passò la Dolce Vita

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2016 - 16:18 OLTRE 6 MESI FA
Mimmo Cavicchia è morto: nel suo ristorante a Roma passò la Dolce Vita

Mimmo Cavicchia è morto: nel suo ristorante a Roma passò la Dolce Vita

ROMA – Il ristorante Taverna Flavia, a chi non è di Roma, dirà poco. Ma negli anni della Dolce Vita è stato più di un luogo gourmet, è stato il luogo di incontro di attori come Liz Taylor e, in tempi più recenti, Quentin Tarantino. Ecco perché la notizia della morte del titolare, Mimmo Cavicchia, si è guadagnata un posto sulla cronaca de Il Messaggero:

E’ morto Mimmo Cavicchia, l’avvocato gourmet titolare della Taverna Flavia, rinomato ristorante di Roma, Mecca della Dolce Vita e ancora oggi frequentato dai personaggi del mondo del cinema, dello sport e dello spettacolo.Aveva 79 anni: il suo cuore ha smesso di battere la notte scorsa. Fino all’ultimo ha lavorato nel suo locale, affiancato dalle nipoti Franca e Roberta.

Il Messaggero tempo fa intervistò Cavicchia che raccontò un gustoso episodio sulla Taylor:

Come andò quella sera, sotto le stelle, ai bordi della piscina, nella villa sull’Appia Pignatelli di Liz Taylor?
«In bianco».

Non fece nulla?
«Feci di peggio. Liz mi disse: “Facciamo un bagno”. Poi, chiuse gli occhi, gli splendidi occhi viola, e mi sussurrò: “Kiss me Mimmo”, baciami Mimmo. E lei? Li chiusi anch’io, e goffamente bisbigliai: “Why?” Perché? Come potevo baciare Liz? Liz era il mio mito e i miti sono sacri, non si profanano».

Come la prese l’attrice?
«Malissimo. Ma mi perdonò».

Era bella?
«Liz era bellissima, Liz era tutto. Quanto l’avevo sognata. E ora che potevo tradurre il sogno in realtà… Che occasione perduta, quella sera. Soli, io e Liz. Sopraffatto dall’emozione, mi lasciai sfuggire la preda dorata e donata».

Chi era la Taylor?
«Non una dea: un intero pantheon. Forse non esisteva, non era mai esistita. Un miraggio, una chimera, una fata morgana».

Lei l’amava?
«E’ stata la donna che più ho amato. Forse, la sola per cui mi sarei immolato e annullato».

Corrisposto?
«Forse. Ah, se quella sera l’avessi baciata».