Mons. Nunzio Scarano, nuovo arresto per finte donazioni da milioni di euro

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Gennaio 2014 - 08:33 OLTRE 6 MESI FA
Monsignor Nunzio Scarano

Monsignor Nunzio Scarano

SALERNO – Nuovo arresto per monsignor Nunzio Scarano, l’ex contabile dell’Apsa, Amministrazione patrimonio Sede Apostolica, finito in carcere lo scorso 28 giugno con l’accusa di corruzione in merito ad una operazione di rimpatrio dalla Svizzera di venti milioni di euro. La Guardia di Finanza gli ha notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari in merito a finte donazioni per milioni di euro. Nell’inchiesta sono coinvolti anche un altro sacerdote e un notaio.

Le accuse di riciclaggio che hanno portato mons. Nunzio Scarano agli arresti domiciliari, a Salerno, sono state formulate dalla Procura della Repubblica di Salerno in un’inchiesta sul riciclaggio di ingenti somme di denaro.

Ai domiciliari è stato posto anche l’altro sacerdote, Luigi Noli, mentre al notaio, Bruno Frauenfelder, è stato momentaneamente fatto divieto di esercitare l’attività professionale. I provvedimenti sono stati eseguiti questa mattina, 21 gennaio, dalla Guardia di Finanza su ordine del Gip di Salerno.

Si indaga su versamenti di somme illecite per milioni di euro su conti costituiti presso lo Ior e reimpiegate per l’acquisto di beni, costituzione di società e estinzione di un mutuo. Le persone indagate sono 52. Nel corso delle indagini è emersa la riconducibilità a Scarano di numerosi conti bancari presso lo Ior da uno dei quali veniva prelevata la somma di oltre 588 mila euro utilizzata per l’estinzione, con modalità dissimulatorie, attraverso il ricorso a false certificazioni di donazione da parte di 50 persone individuate dal monsignore e da una sua commercialista, di un mutuo ipotecario intestato a una società immobiliare di cui Scarano è socio.

Gli investigatori hanno accertato che le notevoli somme di denaro nella disponibilità di Scarano per un importo superiore ai 5 milioni di euro derivavano dai componenti della famiglia di armatori romani D’Amico, anche mediante il ricorso a società offshore in paradisi fiscali. Tali somme che all’apparenza erano destinate a finalità assistenziali e benefiche sarebbero invece state utilizzate dal monsignore per investimenti immobiliari tra cui un appartamento di 17 vani a Salerno e la costituzione di società immobiliari.