Motta Visconti. Carlo Lissi: “Ho ucciso moglie e figli per amore di Maria”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Aprile 2015 - 11:48 OLTRE 6 MESI FA
Motta Visconti. Carlo Lissi: "Ho ucciso moglie e figli per amore di Maria"

Motta Visconti. Carlo Lissi: “Ho ucciso moglie e figli per amore di Maria”

MILANO – Lo ha fatto per Maria. Una collega con cui non aveva neppure una storia. Lei era impegnata, lui era sposato con due figli. Carlo Lissi, “per lei”, per un qualcosa che nonostante tutto si ostina a chiamare amore, la sera del 14 giugno 2014 è entrato in casa sua e ha ucciso tutti e tre: la moglie Cristina Omes e i suoi due figli di 20 mesi e 5 anni. Poi è uscito di casa. C’erano i Mondiali, c’era la prima dell’Italia, la partita contro l’Inghilterra. E’ andato al pub a vedere la partita, a esultare per (l’unica) vittoria dell’Italia. E poi ha provato a far passare tutto per una rapina.

Lo hanno arrestato due giorni dopo. Gli investigatori hanno capito subito. Troppo pieno di buchi il racconto, tanto feroce e disumano, quanto maldestro il tentativo di nascondere la strage. Ora per Carlo Lissi, di Motta Visconti, è il momento del processo. Gli avvocati hanno capito l’aria che tira, hanno chiesto il rito abbreviato per provare a evitare l’ergastolo sfruttando quello sconto di pena previsto per chi fa risparmiare tempo alla giustizia. E poi puntano su una perizia che dice “vizio parziale di mente”. Ovvero che Lissi, quando ha ucciso moglie e i suoi stessi figli, “non ci stava del tutto con la testa”.

Eppure il suo resoconto di quella notte è tanto lucido quanto atroce. Brani di una confessione riportata da Cesare Giuzzi per il Corriere della Sera

Ho conosciuto Maria a marzo. Condivideva la mia passione per la moto, abbiamo iniziato a parlare, andavamo a pranzo insieme, la nostra intesa aumentava. Non abbiamo mai avuto rapporti sessuali, lei aveva una relazione e mi ha detto che non avrebbe mai tradito il partner. Ma io ho creduto che lei fosse il vero amore. Ho iniziato a pensare alla separazione, avevo visto che ci poteva essere il divorzio veloce, ho chiesto a due miei colleghi: uno mi aveva detto di avere dovuto affrontare qualche sacrificio economico e di avere perduto l’affetto dei figli per colpa della ex moglie».

Insomma, se quello che dice Lissi è vero non c’era storia. Ma solo una patologica ossessione per Maria. Un film amoroso diventato orrore che si è svolto tutto nella testa di Lissi. Che il 28 febbraio è andato dai magistrati per raccontare altri dettagli:

Avevo tanti pensieri, ma il mio fine era lei, avrei sopportato di stare da solo per qualche tempo con la prospettiva di attenderla. Pensavo a lei ogni momento libero. Non so se voi vi siate mai innamorati alla follia? Sentivo lo stomaco in subbuglio, attendevo sempre di vederla, pensavo a lei in continuazione. Volevo la separazione ma ero bloccato, preoccupato del giudizio dei miei genitori, dei parenti di lei, angosciato dal timore di una conflittualità in cui il rapporto con i figli ne avrebbe risentito».

Lissi sostiene di non aver premeditato il delitto: «Mi consideravo un buon papà e un pessimo marito – ha messo a verbale -. Prima di conoscere Maria ho avuto altre due esperienze extraconiugali con colleghe». La sera del delitto racconta d’aver parlato con la moglie: «Le ho detto che non ero felice, che mi ero innamorato di un’altra ragazza. Lei era incredula. Poi mi ha detto che mi odiava, che stavo rovinando una buona famiglia».