Mps, la svolta: “Pronti inviti a comparire”. Il ruolo del consigliere Pisaneschi

Pubblicato il 2 Febbraio 2013 - 12:16| Aggiornato il 21 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

SIENA – Sarebbero già pronti gli avvisi a comparire per gli indagati nell’inchiesta sul Monte dei Paschi Siena. Gli avvisi potrebbero essere recapitati nelle prossime ore e gli interrogatori fissati per la prossima settimana. A scriverlo è Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera che ipotizza anche l’esistenza di una “talpa” dell’Area Finanza della banca che starebbe collaborando con gli inquirenti. Sono in tutto una decina gli inviti a comparire pronti a partire, secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa.

L’inchiesta sulla banca senese giunge così a una svolta: il focus, scrive Sarzanini, è tutto sull’acquisto di Antonveneta e le operazioni con i derivati per cercare di rafforzare il bilancio e di coprire i buchi della fusione. In particolare i pm si stanno concentrando sui reali termini dell’accordo che portarono a una plusvalenza di circa tre miliardi di euro concordata con i venditori del Banco Santander.

L’uomo alleato coi pm avrebbe raccontato quanto accadde all’interno del consiglio di amministrazione in carica nel 2007, per la precisione nell’agosto di quell’anno, quando Santander comprò Antonveneta per 6 miliardi e 300 milioni e di euro. E poi a novembre di quello stesso anno, quando Antonveneta fu rivenduta per 9 miliardi e 300 milioni, con oltre un miliardo di euro di oneri.

L’attenzione della Procura, scrive Sarzanini, si starebbe concentrando anche sul ruolo che ebbe il consigliere “Andrea Piraneschi, in quota Forza Italia, che fu nominato presidente Antonveneta subito dopo l’acquisizione, poi costretto a dimettersi dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta sul Credito cooperativo fiorentino di Denis Verdini”.

Non un dettaglio, dal momento che questo aspetto confermerebbe come i legami politici nella banca senese, non siano solo in larga parte legati al pd ma assolutamente trasversali.

I reati contestati ai manager, aggiunge il Corriere della Sera, vanno dall’associazione a delinquere alle false comunicazioni, oltre alla turbativa e in alcuni casi all’aggiotaggio. In tutto il periodo del negoziato tra italiani e spagnoli, ma anche recentemente, sarebbero state infatti effettuate manovre speculative sul titolo Mps.

Secondo l’Unità, infine, il filone ”fiscale” dell’inchiesta emerso nei giorni scorsi spingerebbe gli inquirenti a formulare il reato di ”dichiarazione infedele” per operazioni legate alla scalata bancaria per Bnl.