Multe cancellate ai “potenti”? Da Cassano ai Bernabei, indaga Corte dei Conti

Pubblicato il 10 Giugno 2013 - 12:44| Aggiornato il 16 Luglio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Multe cancellate ai "potenti"? Da Cassano ai Bernabei, indaga Corte dei Conti

Antonio Cassano (foto Lapresse)

MILANO – Il calciatore Antonio Cassano, i fratelli Bernabei (della dinastia che gestisce una delle enoteche più famose di Roma), una suora e altri ancora. Secondo quanto scrive Giulio De Santis sul Corriere della Sera sarebbero questi alcuni dei nomi “eccellenti” finiti nell’inchiesta sulle multe cancellate (almeno secondo l’accusa) a personaggi noti. Accuse su cui indaga la Corte dei Conti, ma che, scrive sempre il Corriere, non sarà facile sostenere visto che i documenti “incriminati” non sarebbero stati trovati.

Multe che, secondo l’accusa (indaga la Procura di Roma) sarebbero state prima comminate e poi cancellate da alcuni vigili urbani. L’indagine riguarderebbe 255 “potenti” e ora indaga anche la Corte dei Conti: infatti, se le accuse fossero confermate, si tratterebbe di soldi sottratti alle casse dello Stato.

De Santis scrive sul Corriere che il fascicolo è stato aperto dopo la denuncia del capo del Dipartimento Pasquale Pelusi, il dirigente che ha segnalato l’anomala sparizione di oltre mille verbali di contravvenzione dei fratelli Bernabei. E fin da adesso si può avanzare qualche ipotesi sulla cifra che rischiano di sborsare gli eventuali responsabili delle distruzione dei verbali.

I numeri dei pagamenti “elusi” (scrive De Santis) sarebbero di tutto rispetto: “Secondo una stima della polizia giudiziaria, i fratelli Bernabei hanno risparmiato circa 120mila euro soltanto per quello che concerne le multe non pagate grazie alla sparizione delle relate di notifica. Una somma mai sborsata, come scrivono gli inquirenti, grazie al lavoro di qualcuno che ha «agito per conto dei due imprenditori».

Per dimostrare tutto, però, spiega De Santis, c’è un problema: “I documenti sono spariti e, di conseguenza, gli investigatori hanno forti dubbi sulla legittimità di queste operazioni che hanno permesso ad oltre 1000 persone di evitare il pagamento della multa”.