Multe notificate non da Poste nulle? Rischio Torino, Palermo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2016 - 11:37 OLTRE 6 MESI FA
Multe notificate non da Poste nulle? Rischio Torino, Palermo

Multe notificate non da Poste nulle? Rischio Torino, Palermo

ROMA – Multe notificate non da Poste nulle? Rischio Torino, Palermo. Le multe notificate non da Poste Italiane, ma da qualche società privata appaltatrice presso i Comuni del servizio, sono a rischio annullamento. Il Sole 24 Ore cita i casi di Torino e Palermo per i Comuni più a rischio di vedere vanificati gli entroiti programmati visto che, per esempio a Torino, la notifica fuori dal Comune è stata affidata appunto a società private.

Il problema nasce dal livello normativo, laddove anche la Cassazione aveva stabilito che (sentenza 2035/2014) solo in Poste Italiane va individuato il “fornitore del servizio universale” della notifica degli atti giudiziari effettuata a mezzo posta: “l’incaricato di un servizio di posta privata non riveste, a differenza dell’agente del fornitore servizio postale universale, la qualità di pubblico ufficiale, onde gli atti dal medesimo redatti non godono di alcuna presunzione di veridicità fino a querela di falso”.

Nonostante questo, sono in attività ancora varie società che offrono anche il servizio di notifica. Tra i loro clienti, anche Comuni della dimensione di Palermo e Torino. Nel capoluogo piemontese si è scelta la via delle notifiche tramite una società privata per tutti coloro che sono residenti in città, mentre si utilizza Poste italiane per chi è residente altrove. Nel capoluogo siciliano, invece, sta montando la polemica, che potrebbe essere seguita da un esteso contenzioso. (Nino Amadore e Silvio Scotti, Il Sole 24 Ore)

Il fatto che ora la nullità delle multe notificate non dalla poste stia diventando sempre più probabile lo si deve alle interrogazioni del deputato del consiglio comunale di Palermo. Il servizio di notifica in città era stato affidato nel 2011 a una società del Comune (Sispi) per risparmiare su quanto richiesto da Poste: risparmio che non c’è stato (in realtà ha speso 1,4 milioni in più) con l’aggravante che a sua volta, Sispi ha subappaltato a una società privata il servizio con la motivazione di non voler distogliere i messi comunali dai loro compiti. Finendo, però, per disattendere la legge.