Napoli, 15enne ucciso aveva in tasca Rolex e catenina

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Marzo 2020 - 17:45| Aggiornato il 3 Marzo 2020 OLTRE 6 MESI FA
Napoli, 15enne ucciso aveva compiuto un altro colpo: in tasca aveva un Rolex e una catenina

Napoli, 15enne ucciso aveva compiuto un altro colpo: in tasca aveva un Rolex e una catenina (nella foto ANSA l’ospedale Pellegrini devastato)

NAPOLI – Scrive l’Ansa e riportano i giornali che aveva addosso un altro orologio Rolex e una catenina Ugo Russo, il 15enne che la notte tra sabato e domenica scorsi, a Napoli, è stato ucciso da un carabiniere in borghese. Secondo quanto riferito dal carabiniere (che è indagato per omicidio volontario) il ragazzino, armato di pistola (risultata una replica di quelle vere ma priva del tappo rosso di riconoscimento), stava cercando di rubargli l’orologio. A trovare Rolex e catenina, negli indumenti della giovane vittima sono stati i medici del pronto soccorso dove il ragazzo, esanime, è stato portato dopo essere stato colpito. 

Gli inquirenti della Procura di Napoli, che indagano su quanto accaduto nella zona di Santa Lucia quella notte, non tralasciano nessuna ipotesi, anche quella che il ragazzo avesse già messo a segno, verosimilmente insieme con il complice 17enne (successivamente fermato dai carabinieri con l’accusa di tentata rapina), almeno un’altra rapina. Secondo quanto si è appreso il 17enne avrebbe anche ammesso di avere compiuto una rapina, prima di quella tentata a Santa Lucia, poi trasformatasi in tragedia (a questo punto oltre alla tentata rapina è verosimile che gli venga contestato anche il reato di rapina).

“Si è parlato di un orologio e di una catenina, trovati nelle tasche di Ugo, in ospedale: non so dell’orologio, che poteva anche essere suo, ma so che la catenina era sicuramente sua”. Lo sottolinea all’Ansa il legale della famiglia Russo, l’avvocato Antonio Mormile.

Dell’attività investigativa si stanno occupando due procure: quella dei Minorenni, coordinata dal procuratore Maria de Luzenberger con il pm Cerullo, si sta concentrando sulla posizione del complice 17enne della vittima (accusato di tentata rapina); quella guidata dal procuratore Giovanni Melillo, con il pm Simone De Roxas e l’aggiunto Rosa Volpe, riguarda invece l’uccisione del 15enne, che vede indagato (per omicidio) il carabinieri 23enne, la successiva devastazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale Vecchio Pellegrini, ad opera di un folto gruppo di facinorosi, e gli spari, quattro, contro la caserma Pastrengo, sede del comando provinciale di Napoli, avvenuto alle 4 del mattino di domenica.

Riguardo il blitz al Pronto Soccorso gli inquirenti indagano ipotizzando il reato di devastazione. Sarebbero disponibili immagini del gruppo che entra nella struttura ospedaliera che si trova nel cuore di Napoli, ma non quelle della devastazione in quanto lì non sarebbe stato ancora installato il sistema di videosorveglianza. Gli investigatori, comunque, ascolteranno i presenti (medici, infermieri, pazienti e familiari) per cercare di ricostruire l’accaduto.

Per l’attentato alla caserma Pastrengo, invece, il fascicolo è stato aperto ipotizzando i reati di spari in luogo pubblico, e di porto e detenzione di arma da fuoco. In azione sarebbero entrati un paio di persone in sella a uno scooter che giunti davanti alla caserma, con il casco in testa, hanno sparato quattro volte contro l’edificio. Le ogive hanno colpito il muro sottostante una finestra, e il vetro di un ufficio che si trova al piano terra. (fonte ANSA)