Napoli, appalti ai casalesi. Presidente Pd campano lascia

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Aprile 2016 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA
Napoli, appalti ai casalesi. Indagato presidente Pd campano

Stefano Graziano

NAPOLI – Politici, funzionari del Comune, imprenditori, professionisti: è in questa rete di professioni e competenze che la Guardia di Finanza ha portato a termine nove arresti. Indagato anche il presidente del Pd campano, ora autosospeso, Stefano Graziano, accusato di aver chiesto appoggio alla camorra per avere voti. L’inchiesta ruota tutto intorno a una serie di appalti pubblici affidati ad alcune imprese vicine al clan dei casalesi a Santa Maria Capua Vetere.

Le persone oggetto dell’inchiesta sono accusate, a diverso titolo – rendono noto gli investigatori – di associazione per delinquere di stampo camorristico, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e altre irregolarità nelle gare di appalto pubblico messe in atto anche per agevolare il clan dei “casalesi”.

L’ipotesi di reato che si formula nel decreto di perquisizione nei confronti di Stefano Graziano, presidente regionale del Pd e consigliere regionale, è di concorso esterno in associazione camorristica. A quanto si è appreso, al vaglio degli inquirenti vi sarebbe, tra l’altro, il presunto appoggio alla sua elezione da parte dell’imprenditore della ristorazione Alessandro Zagaria, arrestato nell’ambito della stessa inchiesta. Graziano si è autosospeso dai suoi incarichi, ossia dalla presidenza del consiglio regionale della Campania, dal Pd e dal gruppo in consiglio regionale.

L’ipotesi che ha indotto gli inquirenti a effettuare le perquisizioni nei confronti di Stefano Graziano è che l’esponente politico abbia chiesto e ottenuto appoggi elettorali in riferimento alle ultime consultazioni per l’elezione del Consiglio regionale della Campania. Graziano si sarebbe posto ”come punto di riferimento politico ed amministrativo” del clan Zagaria del quale è accusato di far parte Alessandro Zagaria. Lo spunto investigativo è stato offerto da una intercettazione di colloqui tra Alessandro Zagaria e Biagio Di Muro, l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere. Colloqui nel corso dei quali si faceva riferimento all‘appoggio elettorale che occorreva garantire a Graziano. Quest’ultimo si sarebbe attivato – ma tale circostanza non è ritenuta illecita dagli inquirenti della Dda – per favorire il finanziamento dei lavori di consolidamento di Palazzo Teti, al centro dell’inchiesta.

Perquisizioni anche a Roma e Teverola (Caserta) nelle abitazioni di Grazian, nonchè nel suo ufficio da consigliere regionale, nella sede del Consiglio, al Centro Direzionale di Napoli.

C’è l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Biagio Di Muro, tra le nove persone arrestate. L’indagine riguarda l’appalto per i lavori di consolidamento di Palazzo Teti, immobile ubicato in via Roberto D’Angiò confiscato al padre dello stesso primo cittadino, Nicola Di Muro. La gara, che negli anni ha subito vari rallentamenti, secondo l’ipotesi accusatoria della Dda di Napoli, sarebbe stata vinta da un raggruppamento di imprese ritenuto vicino al clan guidato da Michele Zagaria. Già nel luglio 2015 l’ex sindaco, in carica fino a pochi mesi fa, fu oggetto di una perquisizione.

Con l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Di Muro carabinieri e finanzieri hanno arrestato anche il funzionario del Comune casertano, Roberto Di Tommaso, per il quale il gip di Napoli ha disposto i domiciliari.