Ncc Roma, come non pagare le multe: 100mila verbali “rimbalzati”, indirizzi falsi o fittizi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Marzo 2017 - 09:34 OLTRE 6 MESI FA
Ncc Roma, come non pagare le multe: 100mila verbali "rimbalzati", indirizzi falsi o fittizi

Ncc Roma, come non pagare le multe: 100mila verbali “rimbalzati”, indirizzi falsi o fittizi

ROMA – Ncc Roma, come non pagare le multe: 100mila verbali “rimbalzati”, indirizzi falsi o fittizi. Nel 2016 il Comune di Roma ha cercato, invano, di notificare 100.681 verbali di multa elevati nei confronti di auto Ncc, quelle del servizio con conducente. Centomila multe rispedite al mittente, centomila verbali inservibili che producono un mancato gettito di circa 8 milioni di euro, che di questi tempi al Comune di Roma non è poco.

Su Il Messaggero Ilario Filippone cita il caso di un’auto immatricolata a Bergamo che ha collezionato in soli 12 mesi 1684 multe per ingressi abusivi nella Ztl capitolina: il titolare, l’intestatario della vettura però sembra un fantasma, è irrintracciabile. Irreperibile, sconosciuto ai postini incaricati di recapitargli la posta.

Ditte con sedi nel Frusinate, in Toscana, nelle Marche, in Campania e in Calabria. Un labirinto di sigle commerciali, con licenze sospette rilasciate da piccoli Comuni, molti dei quali del profondo meridione. Non hanno una sede, né un garage. Ditte fantasma. Ottengono l’autorizzazione, non si sa come, e scappano via. Destinazione, Roma. Al centro dei controlli incrociati dei vigili urbani sono finite decine e decine di auto intestate a società di Ncc.

Vetture pescate dall’occhio vigile della telecamera. I dati che emergono dagli accertamenti sono desolanti: nel 2016, sono state ben 24.474 le multe che non si è riusciti a notificare ai noleggiatori fuori sede, per un importo che sfiora il tetto dei 2 milioni di euro. «Delle due l’una esordisce una fonte bene informata o gli indirizzi sono errati o i postini sono complici. Le licenze sono state rilasciate da piccoli Comuni, luoghi in cui si conoscono un po’ tutti». (Ilario Filippone, Il Messaggero)