“Nessuno stupra Cecile Kyenge?”: Dolores Valandro condannata a 16 mesi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2013 - 00:15 OLTRE 6 MESI FA
"Nessuno stupra Cecile Kyenge?": Dolores Valandro condannata per istigazione

“Nessuno stupra Cecile Kyenge?”: Dolores Valandro condannata per istigazione

ROMA – “Perché nessuno che stupra Cecile Kyenge?”. La frase di Dolores Valandro, ex configliera della Lega Nord a Padova, è stata condannata per “istigazione a commettere atti di violenza sessuale per motivi razziali”. Quella che era nata come “solo come una battuta“, secondo la Valandro che poi chiese scusa, le è costata l’espulsione dalla Lega e una condanna a un anno e un mese di reclusione con sospensione della pena e tre anni di interdizioni dagli uffici pubblici.

Il tribunale di Padova però non ha ritenuto che la frase scritta sul profilo Facebook della Valandro potesse essere una battuta, seppur di cattivo gusto e dettata dalla rabbia momentanea, e l’ha condannata per istigazione alla violenza sessuale. La Valandro alla lettura della sentenza è uscita dall’aula senza proferire parola.

Durante il dibattimento in tribunale era scoppiata in lacrime: “Non era mia intenzione come madre e come donna insultare un’altra donna, mi è però passato davanti agli occhi un episodio capitato a mia figlia anni fa, era stata molestata da una persona di nazionalità non italiana. E’ stato un attimo di impulsività perché non ho mai visto atti così violenti nei confronti delle donne perpetrati dagli italiani”.

La Valandro ha spiegato: “Non era riferito alla Kyenge. Mi era dispiaciuto vedere che il ministro non ha avuto parole di sostegno nei confronti delle donne. Il ministro poteva essere di qualsiasi colore, ma è stato un impulso perché non ha detto alcuna parola nei confronti di queste povere donne”.

La condanna però è arrivata e ora il legale della Valandro, Massimiliano Nicolai, ha annunciato che ricorso: “Presenteremo di sicuro appello. Porterò questa questione fino a Strasburgo se necessario. Nella frase della Valandro c’è diffamazione, è vero, ma non c’è un solo riferimento al colore della pelle, l’etnia o il paese di provenienza del ministro. Niente che motivi l’odio razziale”.