Nettuno (Roma): litiga con i genitori e si impicca per ripicca

Pubblicato il 17 Gennaio 2011 - 19:26 OLTRE 6 MESI FA

La simulazione di un’impiccagione finita in tragedia o forse un suicidio: il Commissariato di polizia di Anzio indaga sulla morte di un ragazzo di 15 anni, residente a Nettuno, avvenuta la sera del 16 gennaio. Il ragazzo originario dal centroamerica, era stato adottato circa 4 anni fa, insieme alla sorella più piccola, da due coniugi che hanno sempre seguito con grande attenzione i due ragazzi.

Il 16 gennaio, a quanto sembra, l’adolescente aveva avuto una discussione con i genitori, forse a causa di un problema di compiti o di voti scolastici, ed era stato punito e mandato nella sua stanza. Dopo una ventina di minuti la mamma è andata a chiamarlo per invitarlo a tornare a tavola, ma lo ha trovato esanime, nell’armadio, con la cinta dell’accappatoio avvolta intorno al collo, legata all’altro capo ad uno dei bastoni appendiabiti. Inutili i soccorsi, perché il ragazzino era deceduto per una grave frattura cervicale.

Gli amici e i conoscenti, pur sapendo che proprio con l’adolescenza il ragazzo aveva acuito i disagi dovuti all’abbandono subito dai genitori naturali, escludono il suicidio. Propendono invece per una sorta di ‘ripicca’ per la sgridata dei genitori, inscenando una finta impiccagione che avrebbe dovuto spaventarli. Invece in qualche modo sarebbe scivolato dal pianale dell’ armadio rimanendo ucciso sul colpo. Il medico legale avrebbe infatti escluso il soffocamento, ma solo l’autopsia potrà dare certezze sull’accaduto.

La notizia ha destato molto sconcerto a Nettuno. Il ragazzo, che frequentava la prima classe in un istituto superiore, di recente aveva cominciato a praticare anche l’atletica con buoni risultati.

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