Anti Tav, lotta armata di liberazione e 4 condanne a morte. Firmato: Noa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Febbraio 2014 - 20:14| Aggiornato il 20 Febbraio 2014 OLTRE 6 MESI FA
Stefano Esposito

Stefano Esposito

TORINO – Noa, nel documento, in cui è visibile il timbro postale di Torino, prendono di mira il capo della Digos, Giuseppe Petronzi, capo della Digos,  il senatore Stefano Esposito,  Massimo Bufalini, il direttore del cantiere di Chiomonte, e Massimo Mattreucci, presidente della cooperativa edilizia che lavora nel cantiere. Questi i destinatari delle quattro “condanne a morte” in nome degli anti Tav in Val di Susa.

La delirante sentenza sarebbe stata emessa da un sedicente “tribunale rivoluzionario” del Noa (Nuclei Operativi Armati) che annuncia la “lotta armata di liberazione” dai cantieri della Torino-Lione. La lettera, recapitata nelle redazioni Ansa di Torino, Roma e Bologna parla espressamente di punire con la morte le persone ritenute “responsabili della repressione in atto”. Tra loro anche il senatore Pd Stefano Esposito, da tempo destinatario di minacce e intimidazioni per le sue prese di posizione a favore del supertreno.

Tre fogli vergati al computer, due dedicati alla “risoluzione politica” e uno alla “risoluzione strategica” con l’ordine di eseguire “immediatamente” gli omicidi, su cui ora indagano la Digos e la procura del capoluogo piemontese. “Deliri criminali”, dice il ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, secondo il quale “sulla brutta piega che ha preso l’opposizione No Tav sarebbe ora che tutti uscissero dall’ambiguità”.

Il testo, con i suoi accenni a “tribunali rivoluzionari”, “coscienze proletarie” e “governi di padroni”, ha i connotati di una caricatura dei comunicati delle Brigate Rosse. Ma non per questo non viene preso sul serio dagli inquirenti. Anche perché dagli ambienti dell’antagonismo e dell’anarchismo più radicale arrivano – spiegano fonti investigative – segnali da non trascurare: c’è chi coltiva propositi di inasprire il confronto e chi pare stia tentando di soffiare sul fuoco. La sigla Noa non ha mai preso iniziative nel bacino piemontese e si sta lavorando per vedere se sia mai spuntata altrove; non ha niente a che vedere, comunque, con il “Noa” di Bologna 2012, un collettivo di artisti che sperimentarono uno “spazio occupato”.

“In Valsusa – si legge nel comunicato – esiste ormai una consapevolezza rivoluzionaria. Molti compagni hanno solide radici”. E il “carcere duro” disposto per i quattro attivisti No Tav arrestati per terrorismo richiede una risposta forte: “Il tempo della lotta pacifica, fatta di scritte e manifestazioni, è superato”.

Si dicono “pronti all’azione diretta nei confronti dei mandati e degli esecutori della strategia repressiva che sta togliendo libertà e prospettiva al movimento no tav. Le accuse, ridicole, di terrorismo richiedono una risposta forte che dimostri, rapidamente, che non siamo inermi. Ora è il momento di praticare la lotta armata di liberazione, i terroristi sono loro, noi siamo i partigiani della libertà”.

Il Movimento No Tav prende con forza le distanze: “Noi pratichiamo la disobbedienza civile a viso aperto senza violenza. Respingiamo al mittente, vale a dire al governo e ai poteri forti, queste operazioni di delegittimazione vecchie di quarant’anni”. Gli attivisti osservano che i misteriosi Noa si sono fatti vivi alla vigilia della grande mobilitazione No Tav di sabato prossimo, con cortei e presidi in numerose città italiane dalla Valle di Susa alla Sicilia.

Polemici anche i familiari degli arrestati, che parlano di “goffo e ridicolo tentativo di strumentalizzare la condizione dei nostri cari”. Proprio oggi gli avvocati difensori hanno lanciato un appello pubblico contro l’aspro regime di carcerazione, fatto di isolamento e divieto di colloqui, cui sono sottoposti i quattro.

Interviene anche il Movimento 5 Stelle, vicino ai No Tav ma pesantemente criticato dai Noa per lo “spettacolo comico” dei suoi parlamentari: “Questo non è il movimento No Tav – spiega la deputata Laura Castelli – e queste minacce fanno parte di una intossicazione informativa creata ad hoc”.