Noemi Durini poteva salvarsi? Affidamento ai servizi sociali arrivato 2 giorni dopo la sua scomparsa

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Settembre 2017 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA
Noemi Durini poteva salvarsi? Affidamento ai servizi sociali arrivato 2 giorni dopo la sua scomparsa

Noemi Durini poteva salvarsi? Affidamento ai servizi sociali arrivato 2 giorni dopo la sua scomparsa

LECCE – Noemi Durini si sarebbe potuta salvare: sarebbe bastato intervenire due giorni prima. Come? Grazie all’affidamento ai servizi sociali disposto dal Tribunale dei minori di Lecce. Ma il provvedimento di tutela è arrivato solo il 5 settembre scorso, quando cioè Noemi era già scomparsa (e quindi morta) da due giorni.

A rivelare il tragico tempismo è stato il sindaco di Specchia, Rocco Pagliara. A giugno scorso, ha spiegato il primo cittadino, il Tribunale per i minorenni di Lecce aveva chiesto ai servizi sociali del Comune di Specchia “una relazione sulla situazione famigliare di Noemi”.

“Sulla base di questa relazione e di valutazioni autonome del Tribunale – ha aggiunto Pagliara – i giudici hanno emesso un provvedimento di presa in carico della ragazza da parte dei servizi sociali. Il provvedimento sarebbe arrivato ai servizi il 5-6 settembre“, quando ormai era troppo tardi.

Probabilmente, la relazione chiesta dai magistrati minorili di Lecce era una conseguenza delle denunce incrociate tra la famiglia di Noemi e quella del fidanzato 17enne. Nella famiglia della ragazza, come in quella del ragazzo, c’era una situazione di disagio che aveva portato i servizi sociali a chiedere al Sert di prendere in carico anche Noemi.

Un iter burocratico più veloce avrebbe potuto salvare la sua giovane vita, strappandola dalla violenza del giovane fidanzato? Sulla questione dovranno ora far luce gli ispettori del Csm e del ministero della giustizia. La madre di Noemi Durini aveva denunciato il ragazzo di sua figlia ai carabinieri per maltrattamenti nei confronti della giovane salentina, allegando anche le foto che provano i lividi provocati dalle botte.

Quando l’ordine di presa in carico Noemi è partito lei era ancora viva. Quando però è arrivato sul tavolo del Comune la ragazza era già sepolta sotto le pietre. L’indagine avviata dal ministero di Grazia e Giustizia e dal Csm servirà a chiarire proprio questo: se al provvedimento sia stata attribuita la necessaria importanza che un simile caso meritava. La relazione tra i due ragazzi era particolarmente tormentata, avversata dalle due famiglie, tanto che i due ragazzi erano stati denunciati dai genitori di uno e dell’altra.