Parla Nunzio Scarano: “In Vaticano riciclaggio, speculazioni…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Settembre 2013 - 11:31 OLTRE 6 MESI FA
Parla Nunzio Scarano: "In Vaticano riciclaggio, speculazioni..."

Il carcere in cui è rinchiuso Nunzio Scarano (foto Lapresse)

ROMA –  Nei conti vaticani c’erano riciclaggio di soldi e speculazioni? Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera ricostruisce pezzi degli interrogatori di Nunzio Scarano, il prete che gestiva i conti dello Ior. Le rivelazioni di Scarano (ora in carcere) riguarderebbero alcuni conti correnti aperti sull’Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica).

Riporta la Sarzanini una parte dell’interrogatorio di padre Scarano. Padre Scarano parla di “laici”, ovvero non prelati che usavano quei conti per compiere operazioni “dubbie”:

«Noi come Apsa non potevamo avere clienti esterni, ma pur non potendo in realtà “facevamo banca”, nel senso che avevamo una raccolta di risparmio e forme di reimpiego con corresponsione di interessi ai depositanti. Fui ricevuto dal cardinal Bertone alcuni anni fa, subito dopo la sua nomina, ma l’incontro non ebbe alcun effetto».

«C’erano conti di cardinali, gestiti da Giorgio Stoppa precedente delegato direttore dell’Apsa. C’erano anche conti laici ma non ricordo alcun nome specifico se non quello della duchessa Salviati, benefattrice del Bambin Gesù. Di recente mi recai dal cardinal Filoni (Ferdinando, attuale prefetto di Propaganda Fide, ndr) al quale dissi dei conti “laici”. Dato l’incontro al 2010 e in seguito a questo in effetti alcuni funzionari furono allontanati dall’Apsa. Mennini (Paolo, il direttore, ndr) era arrivato quando Stoppa andò in pensione e si trattava di trovare qualcuno che si occupasse anche di coprire gli scheletri da lui lasciati nell’armadio. Mennini portò con sé De Angelis. I due avevano uno stretto rapporto con Marco Fiore che lavora per i D’Amico a Montecarlo. Stoppa gestiva in maniera padronale e opaca il suo settore. Mennini gli riconobbe un trattamento pensionistico molto lauto. Mennini si era portato anche una certa Maria Teresa Pastanella che godeva di un trattamento privilegiato pur non avendo alcun titolo di studio. Per effetto del mio incontro con il cardinale Filoni furono anche chiusi dei conti di laici».

Sarzanini riporta anche un’altra parte della deposizione, che riguarda i legami con la banca Finnat.

«A Filone riferì di un’operazione fatta dal banchiere Nattino». Il riferimento è alla famiglia fondatrice della banca Finnat. Poi prosegue: «Questi aveva un conto all’Apsa (poi chiuso) e un figlio di Mennini, Luigi, lavorava nella banca da lui diretta. Fece un’operazione di aggiotaggio di cui si parlava nei corridoi che riguardava titoli della sua banca che subivano oscillazioni e che venivano comprati e venduti, di fatto, sotto mentite spoglie. A quanto ricordo i titoli erano stati fatti artatamente scendere di valore e Nattino li riacquistò al momento giusto senza apparire e servendosi dello schermo Apsa. Vi furono più operazioni simili. Quando il cardinale Filoni prese provvedimenti, la cosa scatenò il finimondo e io fui promosso in seguito a questi eventi, anche se la promozione, di fatto mi collocò fuori dal perimetro operativo. Avevo anche sospetti su improvvisi cambiamenti nelle banche con cui operavano (si consideri che spostavamo milioni di euro). In un caso fu interessato un istituto in cui lavorava il padre del genero di Mennini, ma non so quale sia la banca».