Olive al botulino da un supermercato a Roma, donna morta, marito intossicato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2016 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA
Olive al botulino da un supermercato a Roma, donna morta, marito intossicato

Olive al botulino da un supermercato a Roma, donna morta, marito intossicato (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Olive al botulino al centro di una inchiesta giudiziaria scattata con una donna morta e il marito in ospedale a causa di una partita di olive infettate dal batterio pericoloso. Come sono finite sulla tavola dei due coniugi? Chi ha iniettato il botulino? Ci sono stati casi di intossicazione?

La donna, 59 anni, aveva comprato quelle olive in luglio in un supermercato a Roma. Un mese dopo, a fine agosto, le ha tirate fuori dal frigo, tre pacchetti in tutto. Poco dopo averle mangiate, marito si sente male, la donna, Anna C., ha forti dolori di pancia. Per un giorno e mezzo i due coniugi aspettano che passi, poi vanno all’ospedale più vicino a casa, il Policlinico Casilino.

Adelaide Pierucci racconta sul Messaggero di Roma la via crucis della coppia e la evoluzione giudiziaria della vicenda.

“La prognosi al pronto soccorso è chiara: «Intossicazione alimentare da botulino». I primi accertamenti portano a concentrare i sospetti sulle olive.

Nella cartella clinica i medici scrivono: “sepsi da polmonite stafilococcica con versamento pleurico pericardico”. Anna C. è portata in camera di rianimazione, dove le vengono praticate l’intubazione orotracheale e la ventilazione meccanica. Anche il marito è ricoverato per “tossinfezione da tossina botulimica”, ma alla fine se la cava con cinque giorni, di ricovero, poi viene dimesso.

La moglie invece è sempre grave. La vita della signora Anna. ricorda Adelaide Pierucci,

“è appesa a un filo. Resta in coma per quasi un mese, poi man mano le condizioni di salute migliorano. L’8 ottobre, dopo quarantuno giorni di ricovero, la paziente viene invitata a tornare a casa in regime di dimissioni protette. I medici annotano che aveva «avuto un progressivo miglioramento per cui era stata svezzata dal ventilatore» «e poi proseguito il monitoraggio clinico per la persistente quota di versamento del pericardio». Purtroppo dieci giorni dopo, il 18 ottobre, i familiari della donna sono costretti a chiedere d’urgenza il soccorso di un’ambulanza per correre di nuovo in ospedale. La signora aveva forti dolori all’addome. Al Policlinico Casilino viene disposto un nuovo ricovero e con urgenza una operazione per una sospetta perforazione intestinale”.

Il 21 ottobre la donna muore, lasciando marito e 2 figli.

A questo punto la famiglia si è rivolta alla magistratura e è scattata una doppia inchiesta da parte della Procura della Repubblica. Ipotesi di reato: lesioni per le olive commercializzate e omicidio colposo, con eventuale responsabilità dei medici e infermieri. Venti tra medici e infermieri, del Policlinico Casilino, riferisce Adelaide Pierucci, sono finiti iscritti nel registro degli indagati. La cremazione della salma è stata sospesa e disposta una nuova autopsia e ulteriori accertamenti tossicologici, dopo quelli disposti subito dopo la morte della donna da parte della direzione dell’ospedale.

Il sostituto procuratore Antonio Clemente ha nominato un medico legale per accertare le cause della morte. La sia inchiesta si aggiunge a quella per lesioni colpose, affidata al pm Giorgio Orano, scattata dopo la denuncia da parte dell’ospedale subito dopo il ricovero della donna e del marito.