Palermo, anestetico nel tubo dell’ossigeno: bambino non può parlare né camminare

Pubblicato il 20 Settembre 2017 - 10:31 OLTRE 6 MESI FA
Palermo, anestetico nel tubo dell'ossigeno: bambino non può parlare né camminare

Palermo, anestetico nel tubo dell’ossigeno: bambino non può parlare né camminare

PALERMO – Quando Andrea è nato, il 28 ottobre del 2010, dava segni di sofferenza. Così i medici decisero di somministrargli ossigeno. Ma nel tubo dell’impianto scorreva invece protossido di azoto, un gas anestetizzante che il neonato respirò per 68 secondi. E a causa del quale Andrea, che oggi ha 7 anni, non può né camminare né parlare.

Adesso, sette anni dopo quel giorno, al processo per lesioni colpose gravissime il giudice monocratico di Palermo Marcella Ferrara ha condannato a tre anni il proprietario della ditta, Francesco Inguì, e il direttore dei lavori, Aldo La Rosa, che installarono in modo errato l‘impianto dell’ossigeno al reparto di maternità del Policlinico; a un anno e sei mesi (pena sospesa) il direttore del dipartimento materno infantile del Policlinico, Enrico De Grazia, oggi in pensione, a una provvisionale di un milione e 100mila euro immediatamente esecutiva, e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici il titolare della ditta e il direttore dei lavori.

Come ricorda Romina Marceca su Repubblica, 

tutto accadde per una svista durante i lavori all’impianto del reparto. Un errore per il quale finirono sotto processo il professore De Grazia, Francesco Inguì, titolare della ditta che eseguì i lavori, la Sicilcryo srl di Marineo, e Aldo La Rosa, direttore dei lavori. Una perizia richiesta dal giudice ha stabilito che il danno biologico subito dal bambino è del 95 per cento. “È un successo intanto avere ottenuto la sentenza di primo grado – dice l’avvocato Antonino Ganci, che assiste la famiglia – adesso speriamo che si arrivi in breve tempo alla definizione del processo”.