Palermo, bruciata foto Giovanni Falcone: in mattinata distrutto busto in un’altra scuola

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2017 - 22:03| Aggiornato il 11 Luglio 2017 OLTRE 6 MESI FA
Il busto di Giovanni Falcone distrutto fuori dalla scuola del quartiere Zen (foto Ansa)

Il busto di Giovanni Falcone distrutto fuori dalla scuola del quartiere Zen (foto Ansa)

PALERMO – A pochi giorni dall’anniversario della strage di via D’Amelio, Palermo rischia di ripiombare in un clima cupo di paura che sembra riportare la città indietro di 25 anni. Due atti vandalici nelle scuole del capoluogo per sfregiare l’immagine di Giovanni Falcone e lanciare un chiaro messaggio intimidatorio. Il primo raid allo Zen, quartiere di frontiera, proprio nella scuola intitolata al magistrato ucciso dalla mafia: la statua con il volto di Falcone è stata staccata dal busto e usata come ariete per rompere il muro dell’istituto.

Nel pomeriggio una seconda incursione, questa volta nella scuola Alcide De Gasperi, zona residenziale, dove è stato bruciato un cartellone con l’immagine di Falcone. Due episodi che hanno subito suscitato un coro indignato di reazioni da parte di tutto il mondo politico e istituzionale. “Oltraggiare la memoria di Falcone è una misera esibizione di vigliaccheria”, ha subito scritto su Twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Il busto di Falcone donato alla scuola nel 1997 dall’Istituto superiore per la difesa delle tradizioni, era stato più volte danneggiato. Già 15 giorni dopo l’inaugurazione venne mozzata la testa. Nel 2003 con un altro atto di vandalismo fu tranciato il naso e imbrattato il volto. L’ultimo restauro era stato ultimato poco prima della cerimonia di commemorazione della strage di Capaci, il 23 maggio scorso. E adesso il nuovo raid a pochi giorni dal ricordo di un altro giudice ucciso nel 1992: Paolo Borsellino. A poco servono le telecamere (quelle che sono sopravvissute ai continui furti), le ultime piazzate nella scuola nel 2013 non sarebbero funzionanti. Gli inquirenti sono al lavoro per trovare i responsabili, ma c’è scarso ottimismo.

Molto più positiva, almeno in chiave futura, la sorella del magistrato, Maria Falcone. “Il gesto di quattro delinquenti – dice – non vuol dire, come ho sentito, che Palermo sia una città irredimibile, non è cosi, è solo questione di tempo, come diceva mio fratello Giovanni”.

Scoramento nelle parole della preside Daniela Lo Verde. “Appena sono arrivata, lo sconforto e il dolore sono stati grandi. Perché atti di vandalismo – sostiene – ce ne possono essere tanti ma questo va al di là. Perché è stato colpito il simbolo, l’ideale in cui si incarnano tutti i valori che portiamo avanti e impartiamo ai nostri studenti”.

Ma il commento più preoccupato è quello del sindaco Leoluca Orlando: “Vogliono opporsi selvaggiamente al cambiamento. Questi comportamenti dimostrano che c’è ancora molto da fare ma anche il nervosismo di ambienti arroganti e mafiosi che non si rassegnano all’inevitabile sconfitta”.