Paola Muraro. I carabinieri di nuovo a Rocca Cencia (Ama)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Settembre 2016 - 13:39 OLTRE 6 MESI FA
Paola Muraro. I carabinieri di nuovo a Rocca Cencia (Ama)

Paola Muraro. I carabinieri di nuovo a Rocca Cencia (Ama)

ROMA – Paola Muraro. I carabinieri di nuovo a Rocca Cencia (Ama). Nuove acquisizioni di documenti sono state effettuate questa mattina dai carabinieri del Noe nell’ambito di uno dei filoni della maxinchiesta della Procura di Roma sullo smaltimento dei rifiuti e che vede coinvolta l’assessore all’Ambiente, Paola Muraro. I militari, in base a quanto si apprende, si sono recati presso una sede dell’Ama e hanno portato via materiale riguardante il sito di smaltimento di Rocca Cencia.

L’attività di questa mattina rientra nella delega di indagine affidata al Noe dal pm Alberto Galanti, titolare del procedimento. L’assessore Muraro, accusata di violazione di norme sull’ambiente, è stata per 12 anni consulente di Ama e negli ultimi anni ha avuto responsabilità di controllo sui rifiuti in entrata e uscita degli impianti per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti (tmb), tra cui quello di Rocca Cencia, la cui è attività rappresenta uno di filoni di indagine della Procura. Di seguito l’inizio dei controlli dei carabinieri a fine luglio, documentato da un articolo di Ilaria Sacchettoni del Corriere della Sera.

Tutto parte da un esposto presentato da Daniele Fortini nei mesi scorsi. Per capire perché il presidente e ad dell’Ama abbia deciso di presentare una denuncia alla procura della Repubblica però bisogna fare un passo indietro, al 2015. Quando la «Mazar Italia» effettua una consulenza nell’azienda sulle «Procedure sul processo d’acquisto in Ama» e scopre che il maggiore fornitore della municipalizzata dei rifiuti è Cerroni. Poco male, visto che, come è noto, nella Malagrotta del Supremo, Roma ha smaltito rifiuti per un trentennio. Se non ché quel rapporto individua una serie di «irregolarità». Fra cui «fatture non contabilizzate» per milioni di euro e Sal (Stato di avanzamento lavori) del tutto incoerenti.

Non solo ma ovviamente su tutto pende la solita ipoteca; quella delle procedure di urgenza. Le stesse che facevano prosperare le coop di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, per intenderci. Ed ecco perché tanta preoccupazione. Fortini teme – e lo ha ripetuto anche durante la testimonianza al processo di Mafia Capitale – la lobby pro-Cerroni. E non solo, ma anche altre. A riprova di questo ha presentato in procura un pacchetto di 14 esposti sulla raccolta rifiuti in Ama che documenta come la pistola dell’emergenza costantemente puntata alla tempia dell’azienda favorisca le lobby. (Ilaria Sacchettoni, Corriere della Sera)