Paola Muraro-Salvatore Buzzi: telefonate per appalto Ama nelle intercettazioni di Mafia Capitale

di Edoardo Greco
Pubblicato il 5 Agosto 2016 - 11:17 OLTRE 6 MESI FA
Paola Muraro-Salvatore Buzzi: telefonate per appalto Ama nelle intercettazioni di Mafia Capitale

Paola Muraro-Salvatore Buzzi: telefonate per appalto Ama nelle intercettazioni di Mafia Capitale

ROMA – Paola Muraro e Salvatore Buzzi: telefonate per un appalto Ama nelle intercettazioni di Mafia Capitale. Nelle carte di Mafia Capitale sono state trovate delle intercettazioni finora non trascritte di telefonate fra Paola Muraro, all’epoca dei fatti consulente di Ama, e Salvatore Buzzi, all’epoca a capo di cooperative che lavoravano con appalti pubblici. Secondo la procura di Roma, Buzzi con Massimo Carminati era il capo dell’organizzazione – mafiosa per l’accusa – che comandava su Roma minacciando e corrompendo.

Buzzi chiama e Muraro risponde. Buzzi chiede informazioni su un appalto Ama da 21,5 milioni di euro e Muraro dà le informazioni che Buzzi chiede. Federica Angeli su Repubblica riporta il riassunto delle intercettazioni Buzzi-Muraro:

È il tardo pomeriggio del 20 settembre del 2013 e il ras delle coop ha bisogno di sapere se una pratica di una sua coop è a posto. “Salvatore Buzzi chiamava Paola Muraro di Ama spa – scrivono i magistrati nell’ordinanza di 88mila pagine sugli intrecci del “Mondo di Mezzo” – la quale gli riferiva che la richiesta di chiarimenti era stata inviata dal Cns di Bologna, ed entro il giorno dopo, alle 12, sarebbero dovuti arrivare i chiarimenti, dal momento che la busta “B” sarebbe stata aperta alle ore 13. Buzzi confermava dicendo che avrebbe avvisato subito”.

Così tre minuti dopo, chiusa la telefonata con la Muraro invia 2 sms per rassicurare: uno al suo collaboratore Lucci, l’altro a uno dei big di Legacoop Lazio, Salvatore Forlenza. Il “chiarimento” dato serve per poter partecipare a una gara d’appalto da 21,5 milioni, per la raccolta dei rifiuti, indetta da Ama e alla quale partecipò il consorzio bolognese Cns di cui Buzzi era consigliere. Ma lui aveva anche un interesse diretto: una volta aggiudicato l’appalto, la gestione dei servizi sarebbe andata alle sigle del suo circuito. Per conoscere i dettagli dell’aggiudicazione e informarsi sullo stato della pratica, ma soprattutto per ribattere in tempo ai chiarimenti chiesti da Ama, Buzzi chiama direttamente proprio Paola Muraro, che non si sottrae e pare fornire le informazioni richieste.

Nulla di penalmente rilevante, ma è un dato che l’assessora, per conoscere e fornire dettagli non di sua stretta competenza, in Ama fosse molto più di una consulente.

I magistrati si chiedono se ci sia un conflitto di interesse nell’operato di un consulente che lavora per il pubblico ma ha incarichi nel privato con imprese che operano sempre nel settore dei rifiuti e dei servizi, come quelle del padrone di Malagrotta Manlio Cerroni, il monopolista che per oltre 30 anni ha gestito il business dei rifiuti a Roma, ora è a processo per associazione a delinquere, ma rimesso in gioco nella partita dei rifiuti proprio dalla Muraro e dalla Raggi. Scrive Ilaria Sacchettoni sul Corriere Roma:

Affiora che, in passato, da consulente dell’Ama, l’assessora avrebbe avuto un incarico anche con un’impresa umbra in affari con Cerroni per la raccolta differenziata di materiali a Fiumicino.
[…] Ma i finanzieri del comando provinciale hanno mandato di approfondire anche le consulenze della Muraro con altre società di servizi (Bioman) che tuttora hanno appalti con l’Ama per quello che alcuni definiscono «smaltimento itinerante» dei rifiuti romani fra Lazio, Veneto e Friuli.

I contatti fra Buzzi e Paola Muraro, ora assessore all’Ambiente nominata dal sindaco di Roma del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi, interessano i pm romani, che vogliono capire se Buzzi c’entra qualcosa col “salto di qualità”, professionale ed economico, che fece la carriera della Muraro quando a gestire Ama c’era Franco Panzironi, tesoriere di Alemanno.

Panzironi, ex segretario generale dell’Unione Razze Equine (Unire) messo da Alemanno a gestire l’Ama cioè i rifiuti di Roma, è indagato nell’ambito di Mafia Capitale con l’accusa di associazione di stampo mafioso, perché secondo gli accertamenti del Ros era a libro paga di Buzzi (15 mila euro al mese) di Buzzi. Ama, per i pm, era una società eterodiretta da Buzzi e Carminati quando Panzironi fece fare il “salto di qualità” alla Muraro.

Dal tribunale di Roma filtra la notizia che Paola Muraro non è coinvolta nell’inchiesta sulla cosiddetta Mafia Capitale. Il nominativo dell’assessore compare, in tre conversazioni con il ras del cooperative Salvatore Buzzi, ma nessuna è stata ritenuta penalmente rilevante.