Parabita (Lecce): il Comune pagava in voucher il clan della Sacra Corona Unita

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Marzo 2017 - 11:44 OLTRE 6 MESI FA
Parabita (Lecce): il Comune pagava in voucher il clan della Sacra Corona Unita

Parabita (Lecce): il Comune pagava in voucher il clan della Sacra Corona Unita

ROMA – Parabita (Lecce): il Comune pagava in voucher il clan della Sacra Corona Unita. ‘Favori’ fatti alle famiglie vicine ad un clan per assegnare loro voucher-buoni lavoro, contributi in denaro, alloggi popolari, locali commerciali e riservare assunzioni tra i netturbini con costi aggiuntivi per l’amministrazione comunale. Il Comune, cioè, avrebbe favorito i boss della Sacra Corona Unita anche con i voucher.

E’ quanto avrebbero scoperto i carabinieri del Ros che hanno indagato sui rapporti tra clan della organizzazione di tipo mafioso Sacra Corona Unita e l’amministrazione comunale di Parabita. Indagini che costituiscono le fondamenta su cui si basa il decreto di scioglimento del consiglio comunale. La notizia è pubblicata oggi sul Nuovo Quotidiano di Puglia. Figura di spicco, in senso negativo, il vicesindaco Giuseppe Provenzano, arrestato nel 2015 insieme ad altre 21 persone nell’operazione Coltura che sgominò il perverso intreccio tra potere locale e clan criminali, lo scambio di favori per puntellare il consenso elettorale.

Il vicesindaco viene definito “veicolo consapevole per favorire gli interessi criminali”, come dimostra anche la foto insieme al figlio del boss Marco Giannelli, che fu pubblicata sul suo profilo facebook e poi finì nell’ordinanza cautelare. Così come i commenti euforici postati da persone considerate vicine al clan, dopo la vittoria elettorale del 2015, a simboleggiare l’affermazione del candidato sostenuto.

Per sdebitarsi – stando alla ricostruzione del Viminale – Provenzano avrebbe dispensato assunzioni nella ditta che si occupava della raccolta dei rifiuti, nonché contributi economici per prestazioni di lavoro occasionali tramite i voucher senza che il lavoro fosse effettivamente svolto. Favori sarebbero stati commessi anche nel rilascio di alcuni permessi edilizi e nell’assegnazione di case popolari o nel mancato sgombero di abitazioni occupate da persone che non ne avevano diritto. (Chiara Spagnolo, La Repubblica)