Parma, studentessa disabile esclusa dalla cena di classe perché in sedia a rotelle

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2017 - 15:39 OLTRE 6 MESI FA
Parma, studentessa disabile esclusa dalla cena di classe perché in sedia a rotelle

Parma, studentessa disabile esclusa dalla cena di classe perché in sedia a rotelle

PARMA –  Esclusa dalla cena di classe con un messaggio via Whatsapp perché costretta sulla sedia a rotelle. Vittima una studentessa disabile di seconda superiore di Parma che, scrive La Gazzetta di Parma, si è vista arrivare sul cellulare un messaggio dalle compagne: la sua presenza non sarebbe stata gradita perché avrebbe dovuto essere accompagnata da un genitore.

Lei le aveva rassicurate che mamma o papà sarebbero rimasti in disparte ma le ‘amiche’ hanno replicato con messaggi brutali e irriverenti.

“E’ nostra intenzione fare una cena di classe, anche magari per parlare di altro invece che di scuola, e preferiremmo che non ci siano genitori, ma dal momento in cui deve essere presente una figura per te, non vorremmo che tu venissi. Da tutta la classe”,

avevano scritto i ragazzi alla loro compagna disabile. E poi le accuse, quando lei aveva replicato che sarebbe potuta venire lasciando il genitore in disparte:

“Ma hai capito il senso del messaggio?”, “Con la comprensione siamo messi un po’ male”, “E poi dobbiamo camminare tanto poi stiamo in centro”, “Perché? non hai detto prima che avevi la carrozzina elettrica? Non siamo andate in gita per questo!”, “Ci prendi per il c*?”.

I genitori hanno denunciato il fatto alla Polizia Postale e al Provveditore agli studenti e quindi, visto che non hanno ricevuto risposta, si sono rivolti alla stampa.

“Siamo increduli e disgustati – dicono – Nella chat c’è una escalation di accuse, una cattiveria ingiusta e gratuita che sicuramente ha avuto inizio ben prima della fine della scuola. Non è stato possibile far denuncia perché solo se è fenomeno reiterato si può denunciare come stalking”. Impossibile, per ora, l’intervento degli organismi scolastici perché già concluso l’anno. I genitori sbottano: “Non devono continuare ad agire così”.